Andamento del campionato
Fu in particolare grazie al rafforzamento di una mediana che già annoverava nelle sue file Mario Varglien che la Juventus poté cucire il secondo scudetto consecutivo sul petto. La squadra di Carcano patì però l'assenza iniziale di Monti, giunto in Italia fuori forma, e per buona parte del torneo si limitò ad inseguire il Bologna. I petroniani si ritrovarono soli in vetta alla terza giornata, dopo il pesante 5-1 che ridimensionò le ambizioni della Lazio, e si scrollarono presto di dosso l'estroso Casale. Cinque vittorie consecutive rilanciarono la Juventus, che si fece però imporre il pari dal Bologna nello scontro diretto del 6 dicembre e assistette alla conseguente fuga dei rossoblu, vincitori del titolo d'inverno il 24 gennaio 1932 con tre punti di vantaggio. Le due rivali facevano il vuoto alle loro spalle; a ravvivare la corsa per le posizioni fu soprattutto il brio dell'esordiente Fiorentina di Petrone.
Nel girone di ritorno un calo di forma condusse il Bologna a subire le prime sconfitte del campionato; il 17 aprile, battendo la Triestina, la Juventus sorpassò i rossoblu, clamorosamente rimontati all'Arena Civica. Vincendo in rimonta lo scontro diretto del 1º maggio, la Juventus allungò, ottenendo lo slancio che la condusse verso il titolo. Il 29 maggio il Bologna perse un punto in casa ad Alessandria, mentre i bianconeri conquistarono contro il pericolante Brescia i punti necessari per ottenere la matematica certezza dello scudetto.
Proprio il Brescia fu tra le squadre protagoniste di un finale di campionato molto concitato sul fondo: salve la Triestina e la deludente Lazio, le rondinelle, ultime al termine dell'andata, riuscirono ad agganciare il Bari all'ultima giornata, mentre sul fondo si arenava il Modena. Lo spareggio a Bologna premiò però i pugliesi, e il Brescia fu dunque destinato alla Serie B. A condividere il titolo di capocannoniere furono Petrone e Schiavio.
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