Andamento del campionato
Il Bologna, che non poté fare altro che constatare il fallimento della campagna acquisti, faticò ad ingranare, e fu dunque la ritrovata Juventus a partire spedita. I bianconeri, sospinti da una difesa arcigna sostenuta dai terzini Foni e Rava, guadagnarono inizialmente la vetta. Fu un'inarrestabile progressione dell'Ambrosiana, che all'opposto aveva adottato un gioco offensivo che potesse sfruttare al meglio il fiuto del gol del cannoniere Meazza, e che alla decima giornata guadagnò il primo posto solitario. Il 9 gennaio, giorno dell'ultima di andata, dopo un roboante 9-2 sul Bari, i nerazzurri si portarono a +4 sulle inseguitrici, ovvero Juventus, Bologna e il redivivo Genova, che dopo dieci anni aveva richiamato sulla sua panchina lo storico allenatore William Garbutt.
Furono proprio i genoani ad insidiare portandosi ad un punto dall'Ambrosiana il 30 gennaio, quando i nerazzurri inciamparono in casa al cospetto della Triestina: i rossoblù persero però un'occasione preziosa per il sorpasso il 20 febbraio, quando caddero nel derby, e lasciarono il ruolo d'inseguitrice alla Juventus. I bianconeri agganciarono la capolista, la sconfissero nello scontro diretto del 13 marzo, ma non riuscirono nella fuga, sprecando varie occasioni e subendo, alla penultima giornata, il controsorpasso. In un'ultima giornata vibrante, con cinque squadre (Ambrosiana, Juventus, Genova, Bologna, e Milan) ancora matematicamente in lizza per il titolo, l'Ambrosiana espugnò Bari nel finale e vinse il suo quarto scudetto dopo otto anni di attesa; Meazza si laureò capocannoniere per la terza volta, dopo il 1930 e il 1936.
Meno avvincente risultò essere la lotta per la salvezza: già alla ventesima giornata la debuttante Atalanta e la deludente Fiorentina si ritrovarono nettamente staccate rispetto al resto del gruppo; grazie a un buon girone di ritorno, il Livorno guadagnò con un certo anticipo la salvezza, al primo campionato in A dopo due anni.
|