Andamento del campionato
Dopo il Genova dell'anno precedente, fu un'altra squadra convertita al Sistema a dominare le prime giornate, ovvero la Fiorentina di Giuseppe Galluzzi, che arretrò Bigogno in difesa e si affidò alla vena di Menti; all'ottavo turno i viola furono superati dal regolare Bologna, squadra dall'età media piuttosto alta. Sul finire del girone d'andata i rossoblù ritrovarono a lottare per il vertice la consueta duellante, l'Ambrosiana, ma conclusero comunque il girone d'andata con due punti di vantaggio sui nerazzurri. Sul fondo si dimenavano Roma e Lazio.
Nel girone di ritorno i petroniani mantennero la loro marcia costante, per poi rafforzare il primato in modo clamoroso con il 5-0 inflitto all'inseguitrice nello scontro diretto del 30 marzo; il 27 aprile vinsero matematicamente il loro sesto titolo, il quarto in sei anni, vinto con disarmante tranquillità in una stagione generalmente poco brillante ed emozionante. Puricelli fu per la seconda volta capocannoniere con ventidue reti (dodici segnate di testa), mentre Ferrari vinse il suo ottavo scudetto, primato condiviso con Virginio Rosetta e Giuseppe Furino.
Le retrocessioni colpirono un Bari mai veramente in gara (alla 20ª giornata i pugliesi erano ormai staccati di dieci punti) ed il Novara che, nonostante una buona partenza, rimase vittima del quoziente-reti per soli otto centesimi, favorendo la Lazio di Piola, che visse un campionato ampiamente al di sotto delle aspettative.
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