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Serie A 1942-1943



Andamento del campionato

    A vivacizzare sin dalle prime battute il torneo, che iniziò il 4 ottobre 1942, fu il Livorno. La squadra amaranto, salvatasi in extremis l'anno precedente, aveva costruito la sua ossatura in estate, con elementi provenienti soprattutto dalla Serie B. Partiti spediti, i toscani si scrollarono presto di dosso una Roma destinata a un rapido declino, e allungarono: il 22 novembre, espugnata l'Arena Civica, vantavano cinque punti sul Torino secondo, inaspettatamente partito con due sconfitte.
    Nel mese di dicembre i granata approfittarono di alcuni passi falsi del Livorno e li affiancarono in vetta, ma l'incostanza nei risultati spinse Novo a esonerare l'allenatore András Kuttik, poco adatto a inquadrare la squadra secondo le nuove logiche del Sistema, e a chiamare il più eclettico Antonio Janni. Il 10 gennaio 1943, al termine del girone d'andata, le due squadre erano appaiate: aveva preso il via un duello destinato a durare fino al termine; solo la Juventus e, soprattutto, l'Ambrosiana (in vetta il 7 febbraio) tentarono d'inserirsi. Sul fondo si erano già staccate, intanto, il debuttante Vicenza e il Venezia, orfano dei suoi leader; annaspava ormai anche la Roma scudettata.
    Nel mese di febbraio il Livorno mantenne saldamente la vetta, arrivando a +4 su Torino e Ambrosiana a sette giornate dal termine. Tuttavia con lo stop del 21 marzo in casa della Juventus, gli amaranto furono avvicinati dai granata e la lotta, con l'Ambrosiana ormai in disarmo, fu serrata. Fu un moto d'orgoglio della Roma, il 7 aprile, a costare il primato al Livorno; il Torino si presentò a Bari il 25 aprile con un punto di vantaggio sui labronici e con un ruolino di sei vittorie consecutive alle spalle. Strappata la vittoria sui pugliesi a pochi minuti dalla fine, i piemontesi infransero le speranze delle carneadi toscane e intascarono il secondo scudetto della loro storia, quindici anni dopo il primo. In quella stagione la squadra granata vincerà anche la Coppa Italia, centrando il primo double nella storia del calcio italiano.
    Nel finale di campionato, le squadre ormai fuori dal discorso scudetto declinarono bruscamente andando incontro a pesanti sconfitte, che costarono ai giocatori multe e richiami, contro compagini più bisognose di punti. Nell'ultimo turno la Juventus, che pure aveva strappato il terzo posto all'Ambrosiana, si lasciò infilzare pesantemente dal rinvigorito Vicenza, e allo stesso modo gli uomini di Ferrari caddero di fronte al Venezia, il quale a sua volta due settimane prima aveva potuto rientrare in corsa per la salvezza espugnando il campo di Bologna. I lagunari raggiunsero così Bari e Triestina agli spareggi, mentre il Liguria, autore di un disastroso girone di ritorno, si era assestato sul fondo. Furono i galletti a finire tra i "cadetti"; le retrocessioni furono comunque solamente virtuali, visto che vennero annullate alla ripresa del girone unico, nel 1946.