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Serie A 1997-1998



Andamento del campionato

    Il torneo antecedente al mondiale francese cominciò il 31 agosto 1997. L'Inter partì con quattro vittorie nelle prime quattro gare prendendo subito la testa della classifica grazie alle reti del brasiliano Ronaldo e, quando necessario, attingendo alle invenzioni della giovane scoperta uruguaiana Recoba. La squadra di Simoni rimase in vetta per molte domeniche consecutive, controllando le inseguitrici della prima ora Juventus e Parma. Nel turno precedente la sosta natalizia maturò la prima sconfitta dei meneghini, in trasferta contro l'Udinese, proponendo nell'occasione i friulani di Zaccheroni quali possibili outsider nella lotta allo scudetto grazie anche ai gol del tedesco Bierhoff, a fine torneo capocannoniere con 27 gol.
    Sul finire dell'anno solare la Juventus si avvicinò, complice un Del Piero fin lì mai così prolifico sottorete, nonché l'apporto a torneo iniziato dell'olandese Davids, apparso completamente rigenerato dalla nuova maglia bianconera rispetto alla scialba esperienza milanista; tuttavia il 4 gennaio 1998 l'Inter rimarcò le distanze, facendo suo di misura il derby d'Italia al Meazza grazie al francese Djorkaeff. I nerazzurri non seppero però gestire il vantaggio accumulato: verso la fine del mese due passi falsi contro due neopromosse, dapprima una sconfitta interna contro il Bari e poi un pareggio a Empoli, frenarono la corsa dei meneghini e rilanciarono le ambizioni dei torinesi che il 25 gennaio, al giro di boa, guadagnarono il primo posto laureandosi simbolicamente campioni d'inverno.
    All'inizio del girone di ritorno i bianconeri allungarono ancora sull'Inter, guardandosi anche dal ritorno della Lazio di Eriksson; i capitolini, battendo il 22 febbraio proprio i milanesi all'Olimpico, li raggiunsero al secondo posto, a quattro punti dalla vetta. I biancocelesti ressero fino al 5 aprile, allorché una Juventus corsara a Roma li superò con un gol di Inzaghi, mentre nel frattempo si rifecero sotto i nerazzurri che, traendo vantaggio da una serie di pareggi raccolti dalla capolista, si presentarono allo scontro diretto di Torino del 26 aprile, quart'ultima di campionato, con una sola lunghezza di ritardo sui bianconeri.
    La gara fu decisa da un contropiede di Del Piero, ma venne segnata soprattutto da un body-check nell'area juventina tra Iuliano e Ronaldo: questo episodio, per il quale l'Inter reclamò veemente l'assegnazione di un rigore, al contrario non venne ritenuto meritevole di sanzione da parte dell'arbitro Piero Ceccarini; tale decisione fece montare il malcontento della società meneghina scatenando accese discussioni sui media in Italia e finanche in parlamento, sfiorando una crisi istituzionale ai vertici della Federcalcio. Il turno seguente la squadra di Lippi non andò oltre un pareggio a reti bianche a Vicenza, ma l'Inter non seppe approfittarne facendosi bloccare in casa sul medesimo risultato dal Piacenza. La giornata successiva, il 10 maggio, come all'andata i nerazzurri caddero coi baresi; grazie al contemporaneo successo al Delle Alpi sul Bologna per 3-2, la Juventus conquistò così il venticinquesimo scudetto della sua storia. Dietro all'Inter, la terza piazza fu appannaggio dell'Udinese che colse il suo miglior risultato in Serie A da oltre quarant'anni a quella parte.
    Il Milan seguì l'anonimo andamento della stagione precedente totalizzando appena un punto in più rispetto a dodici mesi prima, classificandosi decimo e rimanendo fuori dall'Europa per la seconda volta consecutiva (dopo aver perso la finale di Coppa Italia contro la Lazio), pur a fronte delle continue riforme volute dall'UEFA che qualificarono, in quest'annata, ben otto società italiane alle coppe continentali — e nonostante i rossoneri avessero tentato, invano, la strada di una wild card. Oltre alle dirette concorrenti, davanti ai meneghini si piazzarono anche Bologna e Sampdoria: i felsinei giovarono dell'apporto di un Baggio che, rivitalizzato dall'ambiente rossoblù, concluse il torneo con uno score di 22 reti, suo record personale in Serie A, emergendo quale miglior goleador italiano della stagione e riconquistando la maglia azzurra per i successivi mondiali transalpini, mentre tra i blucerchiati spiccò ancora Montella che per la terza volta consecutiva chiuse un campionato sopra le 20 marcature.
    In coda, oltre alle due lombarde Atalanta e Brescia, caddero in Serie B il Lecce e un Napoli alla deriva: i partenopei conclusero all'ultimo posto un campionato in cui conquistarono solamente quattordici punti, lasciando la massima serie per la prima volta dopo trentatré anni e chiudendo di fatto un capitolo della storia del club, dopo aver cambiato quattro tecnici nel corso del torneo (prima Mutti, poi Mazzone, quindi Galeone e infine Montefusco). Si salvarono il neopromosso Empoli, il Piacenza e un Vicenza in calo rispetto all'anno precedente ma giustificato dall'impegno, nel corso della stagione, in una Coppa delle Coppe dove raggiunse a sorpresa le semifinali.