Andamento del campionato
Il torneo vede iniziare bene sia la Juventus di Conte sia l'Udinese di Guidolin, che nelle prime giornate si contendono il primato in classifica: i torinesi, reduci dai deludenti settimi posti delle ultime due annate e pertanto non inseriti nel lotto delle pretendenti al titolo, sono quasi una sorpresa, mentre la "provinciale" friulana riconferma quanto mostrato nell'ottima stagione precedente. Stentano invece le milanesi: il Milan ha una partenza sottotono, come non accadeva alla squadra campione in carica dalla stagione 1990-1991; non va meglio all'Inter che con appena quattro punti in sei partite batte il precedente record negativo dell'annata 1983-1984, incappando nel suo peggior esordio da quando esiste il girone unico.
È quindi un avvio di campionato sui generis rispetto alle previsioni, in cui al settimo turno si segnalano inoltre cinque partite terminate a reti inviolate, cosa che non accadeva dalla trentatreesima giornata dell'edizione 1988-1989. All'ottavo turno, in programma nel fine settimana del 22 e 23 ottobre, è l'Udinese ad attestarsi quale prima capolista solitaria della stagione, sconfiggendo agevolmente allo stadio Friuli il neopromosso Novara. Il primato delle zebrette dura tuttavia lo spazio di 48 ore, poiché già nel successivo turno infrasettimanale la Juventus, superando a Torino la Fiorentina, guadagna la testa solitaria; la successiva vittoria nel derby d'Italia a Milano, a fine mese, consolida definitivamente le rinnovate ambizioni bianconere.
Il girone d'andata si chiude a fine gennaio con la Juventus, simbolicamente, campione d'inverno grazie alla vittoria esterna contro l'Atalanta. I bianconeri, che arrivano al giro di boa imbattuti, giovano soprattutto delle prestazioni di Pirlo, che col passare delle giornate si rivela sempre più un rimpianto per i colori rossoneri, nonché della forte coesione di un gruppo che, mettendo in piedi una vera e propria cooperativa del gol, sopperisce all'unica pecca mostrata durante il campionato, l'assenza di un bomber nel reparto avanzato: sugli scudi in special modo i centrocampisti Marchisio, Pepe e la rivelazione Vidal, questo ultimo arrivato in estate senza troppo clamore ma subito capace di spostare gli equilibri in mezzo al campo. La formazione torinese distanzia di un punto il Milan, che dopo l'inizio stentato ritorna a marciare a pieno ritmo grazie soprattutto alle marcature di Ibrahimovic e a quelle decisamente più inaspettate di Nocerino, centrocampista che, sfruttando un'azzeccata intesa proprio coi movimenti dello svedese, riuscirà a chiudere l'annata in doppia cifra. Al giro di boa inizia quindi a delinearsi un duello sull'asse Milano-Torino per la conquista dello scudetto.
A tre lunghezze dalla vetta c'è l'Udinese, che rimane stabilmente ai primi posti della classifica, seguita a ridosso dalla coppia Inter e Lazio; in particolare i nerazzurri, dopo il pessimo inizio che li aveva relegati ai margini della zona retrocessione, a seguito del cambio in panchina tra Gasperini e Claudio Ranieri sono artefici di una rimonta, culminata in sette vittorie consecutive, che li riporta momentaneamente ai piani alti della classifica. Anche la Roma, dopo una partenza altalenante, trova in questa fase una certa continuità di risultati, mentre deludono il Napoli, tra le favorite della vigilia ma che perde terreno dalle grandi a causa di continui alti e bassi nei risultati, e soprattutto la Fiorentina che staziona nella seconda parte della classifica.
Il 25 febbraio è di scena lo scontro diretto allo stadio Giuseppe Meazza tra Milan e Juventus, terminato in parità ma tuttavia macchiato da vari errori arbitrali, tra cui un gol fantasma non assegnato ai rossoneri e una rete valida annullata ai bianconeri, che lasciano pesanti strascichi polemici. Dopo i recuperi delle partite precedentemente rinviate per maltempo, agli inizi di marzo il Milan trova per la prima volta in stagione la testa solitaria della classifica, con due punti di vantaggio su di una Juventus rallentata da molti pareggi. I rossoneri paiono arrivare a un punto di svolta della stagione al ventisettesimo turno quando, battendo in casa il Lecce, scavano un solco di quattro lunghezze sui bianconeri bloccati a Marassi dal Genoa.
L'inizio di aprile segna un nuovo ribaltamento nelle posizioni di vertice: tra la trentesima e trentunesima giornata la Juventus batte Napoli e Palermo riportandosi in testa di misura sul Milan che, in pochi giorni, viene dapprima fermato sul pari al Massimino dal Catania di Montella, formazione tra le più spettacolari di questo campionato e che, una volta ottenuta una facile salvezza, financo alle soglie della primavera si ritrova in lotta persino per obiettivi più prestigiosi, e poi superato a San Siro da una Fiorentina in cerca di punti-salvezza dopo essere scivolata, da un paio di mesi a questa parte, nel pieno della lotta per non retrocedere. Al trentaquattresimo turno i piemontesi portano a tre le lunghezze di vantaggio sul Milan, complice l'ampia vittoria a Torino sulla Roma e il nuovo passo falso dei meneghini in casa, stavolta contro un Bologna rivitalizzato dall'arrivo in panchina di Stefano Pioli. Col successo della trentacinquesima giornata sui novaresi, ancora la Juventus mette a segno una striscia di otto vittorie consecutive, nuovo record stagionale.
Il mese di maggio si apre con quasi tutti i verdetti in palio, a poche giornate dal termine. A due turni dall'epilogo la capolista impatta sul pari allo Stadium col Lecce e vede ridursi a un punto il vantaggio su di un Milan vittorioso a San Siro contro l'Atalanta. La speranza di poter riaprire i giochi per il titolo è tuttavia di breve durata per i meneghini poiché appena quattro giorni dopo, il 6 maggio 2012, la Juventus conquista aritmeticamente lo scudetto con una giornata d'anticipo, in virtù della vittoria esterna contro il Cagliari (a Trieste) e della contemporanea sconfitta rossonera nel derby milanese.
La lotta per il terzo posto, l'ultimo disponibile per la Champions League, vede spuntarla l'Udinese, qualificata al turno preliminare. Alla Lazio e al Napoli rimane l'Europa League cui i capitolini accedono tramite play-off, mentre i partenopei direttamente dalla fase a gironi dopo la vittoria raggiunta in Coppa Italia; l'Inter, sesta in graduatoria, va invece a disputare il terzo turno preliminare della competizione, sicché è la Roma a rimanere fuori dai giochi per le coppe. I giallorossi, tra le delusioni dell'annata, terminano a pari punti con quella che è invece una delle sorprese, quel Parma che Roberto Donadoni, arrivato in Emilia a gennaio, porta a chiudere il torneo con sette successi consecutivi, risultato che vale un'ottava piazza in classifica subito a ridosso delle big.
Tra le formazioni di seconda fascia si segnalano positivamente anche il Bologna che termina nono, immediatamente dietro ai ducali, e l'Atalanta, dodicesima e capace di raggiungere la salvezza nonostante la penalizzazione inflittagli a inizio stagione, ottenendo peraltro il suo primato di punti nella massima serie. Tra felsinei e orobici, in undicesima posizione si issa un Catania in calo nelle giornate conclusive, e forse in qualche misura già appagato da un torneo condotto, per larga parte, al di sopra delle aspettative. Altra delusione, in scia agli atalantini c'è la Fiorentina, tredicesima e scampata solo in dirittura d'arrivo alla bagarre della zona retrocessione.
Sul fondo, dall'ottava giornata in poi gli ultimi tre posti della graduatoria non hanno mai cambiato padroni. Il Cesena fanalino di coda e il Novara, che saluta la Serie A dopo un solo anno, nonostante l'ingaggio in corsa di nuovi allenatori non hanno mai mostrano significativi cambi di marcia durante il campionato, abbandonando velleità di salvezza con varie partite d'anticipo. Ben più vivace si dimostra il Lecce, terza e ultima squadra ad abdicare: i salentini, dati quasi per spacciati alla fine del girone d'andata, con l'arrivo in panchina di Serse Cosmi tornano competitivi e danno battaglia sino agli ultimi novanta minuti quando devono arrendersi a vantaggio del Genoa, salvo solo al rush finale e preda di tensioni, come accennato, anche fuori dal campo.
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