Andamento del campionato
Per la lotta al titolo si delinea fin dalle prime giornate nuovamente il dualismo tra Juventus e Roma. I campioni uscenti bianconeri – che superano presto le remore estive circa l'insediamento in panchina di Allegri – e i giallorossi camminano a braccetto e a punteggio pieno fino al sesto turno, quando nello scontro diretto di Torino i padroni di casa superano 3-2 la formazione di Garcia e vanno solitari in vetta. A fine ottobre i capitolini si ricongiungono ai piemontesi al primo posto, approfittando dell'unica sconfitta juventina nel girone d'andata, maturata a Marassi col Genoa, salvo lasciare nuovamente la testa della classifica ai bianconeri dopo una sola settimana. La Roma tallona la Juventus per tutto il resto del girone d'andata, con un ritardo che si mantiene di poche lunghezze sino al 18 gennaio quando, superando allo Stadium il Verona, la Vecchia Signora è campione d'inverno mettendo cinque punti, sin qui massimo vantaggio stagionale, tra se e i giallorossi fermati sul pari al Barbera dal Palermo. I bianconeri fanno proprio per la quarta volta di fila il simbolico titolo di metà stagione, grazie soprattutto alle reti di Tévez (che guida una classifica marcatori, sin qui, tutta a tinte argentine con Dybala, Higuaín e Icardi) e alle prestazioni di un Pogba in costante crescita, mentre la compagine romana, pur a fronte di un avvio di spessore, a partire dalla sconfitta per 1-7 con il Bayern Monaco in Champions League, maturata il 21 ottobre, sembra perdere certezze conseguendo risultati meno brillanti.
Dietro al duo di testa, al giro di boa la lotta per il terzo posto vede protagonisti il discontinuo Napoli, la nuova Lazio di Pioli e del giovane talento Felipe Anderson, una Fiorentina pur indebolita in attacco dall'assenza di Rossi e da un Gómez in appannamento, e quella che è la maggior rivelazione di questa prima parte di campionato, la Sampdoria di Mihajlovic e dell'istrionico presidente Ferrero; il positivo momento del calcio ligure è sottolineato inoltre dai risultati del Genoa, subito a ridosso delle posizioni di vertice. Stenta invece Milano, che vede entrambe le sue rappresentanti barcamenarsi a centro classifica come non accadeva, a questo punto dell'annata, da oltre trent'anni: l'Inter affronta a metà novembre l'avvicendamento tecnico fra Mazzarri e un Mancini di ritorno dopo sei anni al club nerazzurro, mentre il Milan di Filippo Inzaghi, nonostante una partenza promettente, finisce presto in una spirale negativa.
Le neopromosse Palermo ed Empoli sono tra le note più liete provenienti dalla "provincia" calcistica. I siciliani di Iachini giovano della prolificità sottorete del tandem argentino Dybala-Vazquez mentre i toscani di Sarri, pur se nel pieno della lotta per non retrocedere, emergono tatticamente tra le migliori formazioni del campionato mettendo al contempo in mostra una discreta nidiata di giovani promesse, Rugani su tutti. A ciò si aggiunge la conferma del Sassuolo di Di Francesco che, caso unico in massima serie, si schiera spesso in campo con soli giocatori italiani – compreso l'attaccante Zaza, nel frattempo divenuto punto fermo anche della Nazionale. Rispetto al precedente torneo, più difficoltoso appare il cammino di Torino e Verona, le quali pagano un tasso tecnico non all'altezza dopo le cessioni estive. Ben più complicata è invece la situazione sulla via Emilia, con Cesena e Parma che chiudono la classifica: i ducali, in particolare, già preda di una difficile situazione societaria, sono protagonisti di una pesante involuzione che non permette loro di ripetere quanto di buono fatto nella stagione passata. Negativa anche la breve esperienza di Zeman sulla panchina del Cagliari, sostituito poco prima della sosta natalizia dal duo Zola-Casiraghi.
Completamente agli antipodi si rivela la tornata conclusiva che vede la Juventus allungare in vetta di giornata in giornata, approfittando di una crisi di risultati che tra febbraio e marzo coglie la Roma, rallentata da una prolungata serie di pareggi che la porta a perdere definitivamente contatto dalla capolista. Abbandonate le speranze di scudetto, i giallorossi si ritrovano coinvolti nella bagarre della zona Champions League vedendo a rischio quel secondo posto che, invece, nelle settimane precedenti pareva saldamente nelle loro mani; gli uomini di Garcia vedono emergere come principali rivali dapprima il Napoli, che sarà presto costretto ad abdicare causa risultati altalenanti, e poi a sorpresa i concittadini della Lazio: questi, scivolati ai primi di febbraio sino a -11 dai cugini dopo una sconfitta casalinga contro il Genoa, grazie a un filotto di otto vittorie consecutive tornano prepotentemente in gioco, scavalcando in aprile gli stessi romanisti alla piazza d'onore e prefigurando, per la parte finale della stagione, un lungo derby a distanza fra le due capitoline per il secondo posto.
Frattanto i bianconeri proseguono il loro cammino solitario di testa, non risentendo in aprile né dell'inattesa caduta sul campo del Parma fanalino di coda, né dell'esito della stracittadina che vede il Torino di nuovo vincente dopo vent'anni, rassicurati da un vantaggio sulle inseguitrici che in questa fase arriva a toccare un massimo stagionale di +15. La squadra di Allegri vince agevolmente il suo trentunesimo tricolore nonché quarto consecutivo – un filotto che, in casa juventina, non si verificava dai tempi del Quinquennio d'oro – il 2 maggio, grazie a un 1-0 in casa della Sampdoria firmato da Vidal: a riprova di una superiorità indiscussa, i piemontesi mai prima d'ora avevano conquistato il campionato, nell'èra dei tre punti a vittoria, con quattro giornate d'anticipo, divenendo inoltre i primi, nella storia del calcio italiano, a mettere assieme un filotto di quattro scudetti in due periodi distinti. Per Madama arriverà in quest'annata anche la doppietta con la Coppa Italia, vinta contro la Lazio, liberando così in Serie A un ulteriore posto per la partecipazione all'Europa League.
Dietro ai confermati campioni, la Roma riesce a ritrovarsi nelle giornate finali, scavalcando i biancocelesti e assicurandosi la seconda posizione al penultimo turno, battendo proprio la squadra di Pioli nel derby; da par suo, all'ultimo turno la Lazio consolida il terzo posto e annessa qualificazione ai play-off di Champions, un risultato insperato alla partenza del torneo, vincendo lo scontro diretto del San Paolo con il Napoli e relegando proprio i partenopei, quinti, all'Europa League. Dietro agli azzurri si erano nel frattempo stabilizzate la Fiorentina, che in dirittura d'arrivo li scavalca chiudendo quarta, e le due genovesi: il Genoa di Gasperini, in crescita per tutto il campionato, si assesta definitivamente nella prima parte della graduatoria anche grazie alla valorizzazione di elementi quali Falque e Niang, seguito a stretto giro da una Sampdoria in lieve calo rispetto al buon girone d'andata: sul campo sono i rossoblù a ottenere la qualificazione all'Europa, cui tuttavia devono rinunciare, in favore dei blucerchiati, poiché sprovvisti della necessaria licenza UEFA; per il secondo anno consecutivo, la squadra piazzatasi sesta al termine della stagione non riesce a partecipare alle coppe continentali. Rimangono esclusi anche i granata di Ventura, pur in risalita dopo l'opaca tornata iniziale, e soprattutto l'Inter, che anche agli ordini di Mancini non mostra significativi cambi di passo. La negativa situazione del calcio meneghino è accentuata dall'altra compagine cittadina, il Milan, impelagato in una delle peggiori stagioni della sua storia e anch'esso, peraltro per il secondo anno di fila, fuori dalle coppe continentali; per nerazzurri e rossoneri, a fine campionato rispettivamente ottavi e decimi, è una débâcle che sotto la Madonnina non si verificava dall'annata 1955-1956, ovvero per la prima volta da quando esistono le moderne competizioni confederali.
A far da contraltare agli insuccessi delle milanesi ci sono i buoni tornei di Palermo ed Empoli, capaci di raggiungere una tranquilla salvezza (la squadra toscana, con 18 pareggi complessivi, eguaglia il record per i campionati a 20 squadre, stabilito in precedenza dall'Inter nel torneo 2004-2005), traguardo ottenuto in dirittura d'arrivo anche dall'Atalanta, passata per l'avvicendamento tecnico fra Colantuono e Reja, da un'Udinese al ribasso rispetto agli anni recenti, e dalle due veronesi; l'Hellas, in particolare, giova delle reti di un ancora competitivo Toni, capace all'età-record di trentotto anni di fregiarsi del titolo di capocannoniere – il più anziano di sempre nella storia della Serie A –, in coabitazione con l'interista Icardi, di sedici anni più giovane. Sul fondo della classifica si concludono invece con il ritorno fra i cadetti i campionati di Cesena, Cagliari e Parma; per le prime due non sortiscono effetti i cambi in panchina, rispettivamente fra Bisoli e Di Carlo per i bianconeri, e Festa a traghettare i rossoblù dopo la bocciatura di Zola e un effimero ritorno di Zeman, mentre ben più drammatica si rivela la stagione dei ducali, trascorsa pressoché stabilmente sul fondo della graduatoria: già colpiti da vari punti di penalizzazione che presto troncano ogni velleità di salvezza, gli uomini di Donadoni retrocedono con cinque turni d'anticipo al termine di un torneo disastroso, dovuto soprattutto alle gravi difficoltà finanziarie del club, e che solamente grazie all'esercizio provvisorio garantito dalla Lega non portano a un'esclusione dai calendari a stagione in corso; a fine torneo i crociati, tra le squadre italiane più titolate dell'ultimo quarto di secolo, andranno incontro al fallimento e a una ripartenza dai dilettanti.
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