Andamento del campionato
Le eliminatorie regionali non dettero sorprese di sorta, se non nel girone Veneto. Movimenti già più significativi si ebbero quando, dopo la pausa natalizia, cominciò la fase nazionale. L'ascesa più forte fu quella delle formazioni emiliane le quali furono le prime a competere con valore per la qualificazione alle finali pur provenendo da fuori del triangolo industriale: un cambiamento storico per la crescita del movimento calcistico su una più ampia porzione del territorio nazionale. A ciò si contrappose la crisi di tradizionali habitué della lotta di vertice, quella del Torino che svanirà nel giro di qualche anno, e quella del Milan che invece si protrarrà per un'intera generazione.
Nella fase finale la Federazione prese decisioni assai opinabili che generarono feroci polemiche. Infatti all'Inter, campione del Nord, la FIGC assegnò il titolo di campione d'Italia, prima che si disputasse la finalissima con il Livorno (vincitore per 3-2 della finale meridionale del 13 giugno contro la Fortitudo), ritenendo a priori il Centro-Sud incapace di vincere il titolo in ragione dei risultati negativi ottenuti negli anni precedenti dalle squadre peninsulari contro quelle nordiche.
La finalissima nazionale, comunque, si disputò ugualmente il 20 giugno a Bologna e permise all'Inter di confermare sul campo la vittoria del titolo tricolore, battendo il Livorno 3-2. Durante l'incontro, i livornesi fecero una miglior figura rispetto alle formazioni centromeridionali finaliste nelle stagioni passate. L'Inter vinse con più fatica del previsto, il suo secondo scudetto.
|