Andamento del campionato
Nel campionato organizzato per effetto della scissione decisamente agevole risultò il cammino del Genoa, che non trovò avversarie in grado di impensierirla nel girone B; un doppio pareggio con la più immediata inseguitrice, l'Alessandria, fu più che sufficiente per garantire ai Grifoni un comodo accesso alla finale. Regolare fu anche, nel girone A, il percorso dei Campioni in carica della Pro Vercelli, anche se costoro dovettero guardarsi dalla foga dei loro vicini del Novara, autori di un'ottima annata.
Decisamente più deludenti le performance di altre formazioni di primo piano del panorama calcistico nazionale, in particolare le due torinesi e il Milan, che ebbero un passo assai stentato. Una citazione a parte va invece fatta riguardo all'Inter, che incappò nella peggior stagione della sua storia. La squadra che solo due anni prima aveva saputo raggiungere il titolo, si ritrovò con un attacco poco graffiante, e soprattutto con un'autentica difesa colabrodo che le costò eclatanti sconfitte tennistiche in più occasioni. I nerazzurri non riuscirono a evitare l'ultimo posto del proprio raggruppamento, risultato che li obbligava, in base al regolamento del campionato, a disputare uno spareggio interdivisionale per rimanere in Prima Divisione contro i concittadini dello Sport Club Italia, secondi classificati nel torneo Nord di Seconda Divisione, da giocarsi dopo la finalissima per il titolo dell'11 e 18 giugno 1922.
Nel girone A i Berici persero subito il loro primo incontro per mano del trionfatore settentrionale della Seconda Divisione, il Derthona, retrocedendo immediatamente. Livorno e Spezia, salve secondo il precedente regolamento CCI, disputarono i nuovi spareggi contro le squadre federali, vincendoli e rimanendo in massima serie. Nel girone B, il 2 luglio 1922 l'Inter vinse a tavolino la prima sfida contro lo Sport Club Italia che, probabilmente a causa del servizio di leva, non riuscì a schierare in campo undici giocatori, mentre nella seconda gara di spareggio i nerazzurri si salvarono definitivamente battendo in un doppio confronto (il 9 e il 16 luglio) i fiorentini della Libertas, compagine del torneo FIGC. Brescia e Venezia, già salve prima del Compromesso, dovettero anch'esse disputare le nuove sfide-salvezza; le Rondinelle riuscirono a salvarsi a differenza dei veneti, sconfitti da una squadra federale e pertanto costretti a dare l'addio alla massima categoria.
In finale si presentarono le due più titolate formazioni del calcio italiano. La maggior parte dei giocatori che scesero in campo avevano già assaporato la gioia della vittoria del titolo. La finale che ne risultò fu assai equilibrata, risolvendosi solo nel ritorno a Marassi con un gol di Alessandro Rampini che sbancò il campo dei temibili avversari genovesi. La finalissima coi romani della Fortitudo diede ai Bianchi Leoni il loro settimo sigillo sul campionato, tanti quanti ne avevano all'epoca proprio i genoani.
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