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Divisione Nazionale 1928-1929



Andamento del campionato

    L'ultimo campionato a gironi ebbe verdetti molto chiari e limpidi. Nei due raggruppamenti, la superiorità dei campioni in carica del Torino e del Bologna fu indiscutibile nell'arco della stagione. I granata ebbero come unico avversario di spessore un rilanciato Milan mentre i felsinei dovettero guardarsi dalla Juventus.
    Neanche la corsa per accedere al nuovo campionato di Serie A ebbe grande storia: nessuna delle dieci squadre ammesse d'ufficio dalla FIGC riuscì a occupare uno dei sedici posti disponibili per il nuovo primo livello del calcio italiano. Fra le squadre destinate a scendere in B si segnalò il Casale, campione d'Italia 1914. Gli unici verdetti rimasti in sospeso riguardarono i piazzamenti di Lazio e Napoli, terminate appaiate all'ultimo posto disponibile per la A; tale ex aequo spinse la FIGC a optare per un'ulteriore deroga alle regole da essa stessa precedentemente stabilite e, allo spareggio svoltosi a Milano e terminato in parità, non seguì alcuna ripetizione della gara poiché si scelse un allargarmento a 18 squadre per la costituenda Serie A, ammettendo così entrambe le formazioni, oltre alla Triestina nona nell'altro raggruppamento. La FIGC cercò così di dare rappresentanza alle regioni "deboli" del calcio italiano, ovvero il Mezzogiorno e la Venezia Giulia, da solo un decennio annessa al Regno.
    L'ultima finale nella storia del campionato italiano fu disputata fra i campioni uscenti granata e i rossoblu emiliani. Fu necessario uno spareggio che la Federazione fissò a Roma. L'incontro si trascinò a reti inviolate fino all'82', quando Giuseppe Muzzioli riuscì a battere il portiere granata Vincenzo Bosia. Il risultato non cambiò più e il Torino, dopo due anni, dovette così lasciare la vittoria ai rossoblu, che festeggiarono il secondo scudetto della loro storia.