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Campionato Meridionale 1928-1929 - Finale



Andamento del campionato

    Il Campionato Meridionale 1928-1929 fu un campionato di calcio organizzato nell'Italia meridionale. Il Direttorio Meridionale, che prese il posto dell'ex Direttorio Divisioni Inferiori Sud, organizzò soltanto il campionato di Prima Divisione allargando i quadri e inserendo tutte le società che avrebbero dovuto iscriversi alla Seconda Divisione. Il regolamento, stilato all'inizio del campionato, prevedeva la promozione in Serie B della sola vincitrice il girone di finale. La difficoltà e gli alti costi dei trasporti pubblici e privati non permettevano ancora a quell'epoca l'inserimento delle società del centro-sud in un campionato nazionale e perciò la Presidenza Federale preferì ancora delegare la gestione delle società meridionali ad un ente che meglio avrebbe redistribuito le società partecipanti in gironi omogenei per costi, distanze e suddivisione geografica.
    Non lasci trarre in inganno il numero delle società in difficoltà a fine campionato. Le società partecipanti erano consapevoli degli alti costi e la F.I.G.C. nei loro confronti era ben tutelata fin dall'inizio imponendo un cospicuo deposito cauzionale che garantiva il pagamento delle sanzioni per rinuncia e una parte di quelle irrogate per mancato pagamento delle indennità di trasferta (14 biglietti di andata e ritorno da pagare alle società ospitate prima dell'inizio della gara, più una percentuale fissa da calcolare sugli incassi della partita). Per tutelarsi dal malcostume di rinunciare alle partite da disputarsi sul terreno amico (avendo già usufruito delle indennità di trasferta in campo avverso) la F.I.G.C. impose un limite alle rinunce escludendo dal campionato alla quarta rinuncia le società che ne avevano troppo abusato cancellandole dalla classifica con i risultati conseguiti al momento dell'esclusione definitiva. E il risultato fu subito evidente: ben poche società non portarono a termine il campionato. Ancora una volta la Federazione fu particolarmente dura e inesorabile con le società che non pagavano alle consorelle l'indennità di trasferta escludendole dal campionato. Il Regime Fascista con questi "fallimenti" fu ancora più duro: revocò i Consigli Direttivi delle società indebitate azzerandone i direttivi nominando dei Commissari Fascisti, impedendo poi ai dirigenti rimossi la nomina in tutte le altre associazioni sportive affiliate al CONI.