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Prima Divisione 1928-1929 - Girone finale



Andamento del campionato

    Nel corso dell'estate del 1928 il bolognese Leandro Arpinati, presidente della FIGC e potente gerarca fascista, elaborò quella definitiva riforma dell'ordinamento dei campionati italiani che diede vita ai tornei attivi ancora oggi. Per quanto riguarda la vecchia Prima Divisione, campionato a carattere interregionale, fu destinata al declassamento per lasciar spazio alla nuova Serie B, campionato a carattere nazionale e a girone unico. Anziché affidarsi però al verdetto dei campi, Arpinati volle scegliere personalmente la gran parte delle squadre che avrebbero formato la nuova categoria, promuovendole a tavolino in Divisione Nazionale secondo criteri di bacino d'utenza se non prettamente politici dovendo inserire dalle terre redente Fiumana e Triestina. Il massimo campionato fu dunque concepito come un vero e proprio campionato di qualificazione che prevedeva quattro retrocessioni al terzo livello. A complicare il passaggio al nuovo sistema, giunse per la Federazione la grana dell'Italia meridionale, dove si sarebbe dovuto organizzare il solito girone D della categoria, ma le difficoltà economiche dell'area e le notevoli distanze, che obbligavano le partecipanti a sostenere notevoli difficoltà logistiche ed economiche, impedirono addirittura di raccogliere un numero sufficiente d'iscrizioni. Diverse società invitate rifiutarono la promozione a tavolino in Prima Divisione iscrivendosi ai campionati regionali di Terza Divisione. La FIGC non poté che prendere atto della situazione e delegare all'organizzazione del campionato il Direttorio Meridionale, il quale organizzò il Campionato Meridionale 1928-29 di Prima Divisione rinunciando ad organizzare il campionato di Seconda Divisione.
    Formula: Quarantatré squadre suddivise in tre gironi interregionali costruiti su criteri geografici. Le vincitrici dei raggruppamenti accedono alla Serie B e si contendono il titolo di categoria.