Andamento del campionato
Se la critica aveva manifestato «legittimi dubbi» in merito alle possibilità del Varese, cinque vittorie iniziali proiettarono la compagine lombarda in vetta. La sola a reggere il confronto fu la Sampdoria, poiché le rincorse di Modena e Potenza declinarono troppo presto, mentre quelle di Catanzaro e Catania partirono tardivamente. Verona e Genoa si ritrovarono addirittura invischiate nelle zone calde della classifica. Nel girone di ritorno il Varese e la Sampdoria aumentarono il distacco sulle concorrenti, gestendo la situazione senza troppi patemi; a dieci giornate dalla fine vantavano un vantaggio di otto punti su Catanzaro, Modena e Potenza, destinato ad aumentare nelle battute finali.
Meno scontata fu la lotta per la salvezza: la Salernitana, in preda a dissesto economico e crisi dirigenziale, subì nelle ultime dieci gare altrettante sconfitte e cadde per prima; vano fu il tardivo tentativo di rimonta dell'Arezzo. Le retrocessioni meno scontate furono quelle di Alessandria e Savona; la formazione piemontese, guidata inizialmente da «un nome illustre ed esperto» come Puricelli, malgrado disponesse di un «organico più forte rispetto al campionato precedente» con in attacco «un quintetto che potrebbe giocare in Serie A», visse un'annata travagliata per «preparazione trascurata» e problemi difensivi, che ebbe il suo momento più critico nella debacle interna contro il Genoa, coi rossoblù capaci di rimontare due reti di svantaggio nei minuti finali di gara.
Rocambolesca fu la caduta del Savona, secondo attacco del campionato e forte di elementi come Prati e Furino, artefice di una rimonta che la portò ad affiancare nelle giornate finali un folto gruppo di squadre formato da Verona, Pisa, Livorno e Novara e infine crollato sul campo di un demotivato Catania, a quattro minuti della fine del campionato, per una "papera" del portiere Ferrero. Caddero così tutte le tre neopromosse, mentre l'Alessandria tornava in terza serie dopo quattordici stagioni.
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