Viene presentato l'inventario analitico dell'Archivio della famiglia Adamoli di Teramo, che negli anni è stato stilato da Federico Adamoli, conservatore dello stesso, che ne ha operato anche il riordinamento.
L'archivio è distribuito in 105 buste o cartelle, collocate in 22 scatole (il dato è parziale, dato che esiste altro materiale ancora da inventariare): svariate centinaia i documenti, oltre 2.000 le fotografie; oltre 1.000 lettere.
Estremi del fondo
Consistenza: 105 buste e cartelle; 3 faldoni (carteggi); supporto digitale
Contenuti: circa 1000 documenti; circa 2000 fotografie; circa 1000 lettere.
Limiti cronologici: 1843-2011
Condizioni: ottime
Livello di ordinamento: riordinato
A corredo: inventario analitico redatto dal proprietario Federico Adamoli
Soggetti principali:
Umberto Adamoli (1878-1962);
Federico Adamoli (1887-1946);
Giovanni Adamoli (1914-1983);
Fernanda Adamoli (1921-2009).
Completa l'archivio di famiglia una ricchissima raccolta di documenti di svariata natura: cartoline, spartiti musicali, volantini, opuscoli, carte di varia natura, fatture, santini, libri, ordinati e pubblicati nella sezione del Vecchio Cassetto in una sorta di museo minimo sui generis.
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Qualche tempo dopo l'apertura del sito di famiglia, precisamente nel maggio 2006, venni contattato dalla Soprintendenza Archivistica di Pescara, nelle persone della dottoressa Maria Teresa Spinozzi e della signora Lucia Seta, che dopo aver visitato il sito mi proposero il coinvolgimento nel progetto di tutela degli archivi privati che le soprintendenze, gli archivi di stato e le biblioteche pubbliche portano avanti da qualche anno. La proposta che mi fu avanzata fu quella di stipulare una Dichiarazione di Notevole Interesse Storico (DNIS) dell'archivio di famiglia, che costituirebbe uno strumento per garantire la conservazione e la fruibilità dell'archivio stesso.
Valutata di buon grado l'iniziativa prospettatami, questa mi ha dato lo spunto per iniziare l'ordinamento e la catalogazione delle carte di famiglia, che ad oggi possono ritenersi quasi completate. Nell'intento quindi di assecondare concretamente l'invito della soprintendenza, cioè mettere a disposizione di studiosi e ricercatori le carte di famiglia, ho deciso di presentare sul sito l'inventario analitico che ho stilato, consapevole che la presenza degli stessi nei motori di ricerca di Internet, costituisce una preziosa fonte per chi si mette sulle tracce di documenti della più svariata natura. D'altro canto, in questi anni, sono stato contattato più volte da privati ricercatori, studiosi, associazioni, che mi hanno richiesto di mettere a disposizione per le proprie ricerche i miei documenti. Richieste alle quali mi sono prestato sempre ben volentieri. Questo aspetto costituisce, in fin dei conti, uno degli scopi principali di questo sito di famiglia.
La Dichiarazione di Notevole Interesse Storico costituisce uno strumento che, nel progetto di tutela e conservazione, mira a sottrarne la piena disponibilità ai detentori privati (possessori e proprietari) facendone scaturire dei precisi obblighi, cioè quello di conservarli materialmente (anche mediante il restauro), quello di ordinare le carte - condizione indispensabile affinché l'archivio abbia una sua leggibilità - e quello di consentire l'accesso agli utenti. Naturalmente per il raggiungimento di tali scopi sono previsti anche i finanziamenti necessari, assicurati nella normativa di tutela definita dal decreto legislativo del 29 ottobre 1999, n. 490.
Crescente è l'attenzione delle istituzioni verso le carte dei soggetti che, pur non avendo svolto funzioni di particolare rilievo, hanno lasciato i ricordi delle proprie esistenze attraverso materiali della più svariata natura, perché costituiscono una finestra sulla realtà del tempo: memorie, diari, fotografie, carteggi pubblici e privati, materiali pubblicitari, libri, opuscoli, appunti, ricevute. Documenti che testimoniano le esperienze professionali e le vicende personali dei soggetti coinvolti.
Gli archivi privati insomma non vengono ritenuti meno importanti delle fonti pubbliche: nella Raccomandazione europea approvata a Strasburgo nel 2000, questi vengono definiti una parte "essenziale ed infungibile del nostro patrimonio culturale". Sotto un certo aspetto questo problema costituisce anzi una vera e propria emergenza, considerati i pericoli derivanti dalle dispersioni e/o distruzione degli stessi. Se fino a qualche anno fa l'interesse verso questo settore era marginale, nel futuro c'è motivo di ritenere che le acquisizioni più cospicue da parte degli Archivi di Stato saranno proprio i fondi privati.
Si segnala infine che, a corredo del lavoro svolto in questo senso dalle istituzioni preposte della mia regione di appartenenza, è stata pubblicata nel 2002 una vera e propria guida degli archivi privati abruzzesi, intitolata "Archivi privati in Abruzzo. Carte da scoprire", a cura di Franca Toraldo e Maria Teresa Ranalli, pagine 302, edita dalla casa editrice Tinari.
Federico Adamoli
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