(segue) Contro i tiranni di fuori, contro i vigliacchi di dentro
(14 dicembre 1914)
[Inizio scritto]

      I conservatori delle idee sorpassate dalla storia sono i peggiori reazionari. La guerra pone sul tappeto tutto ciò mette in gioco tutto ciò. La neutralità diventa quindi una tavola di salvezza per la moltitudine dei «conservatori» rossi neri grigi pluricolori.
      Il popolo non è neutralista. Il popolo che è accorso alle conferenze dei profughi irredenti e belgi ha manifestato le sue fervide simpatie per la causa dei popoli oppressi. Date un obiettivo a questo stato d'animo e il popolo — che non ha nulla da «conservare» il popolo generoso la «santa canaglia» — risponderà «guerra» se voi gli direte a cuore aperto e con aperta parola «guerra!». Occorre vincere le esitazioni oramai colpevoli del governo; occorre spezzare con impeto e con tenacia la sorda e ignobile coalizione «neutrale». Noi chiamiamo a raccolta — come un mese fa — tutti gli spiriti ribelli d'Italia.
      Domenica prossima anniversario dell'impiccagione di Oberdan tutto il popolo d'Italia si rovesci nelle strade e nelle piazze. Dalle adunate di cittadini che sentono la vergogna di questo stato di cose si elevi il monito formidabile e solenne verso chi di ragione. Basta cogli indugi sapienti! Basta cogli intrighi diplomatici! Noi ci opporremo con tutte le nostre forze ad ogni meditato assassinio dell'Italia attraverso patteggiamenti e mercati.
      Signori che state in alto! Ci sono delle forze nuove che fermentano e che maturano. La palude fangosa della neutralità italiana comincia ad essere increspata dai primi sintomi della tempesta. Tutto ciò che si doveva dire fu detto!
      14 dicembre 1914.