(segue) Italia, Serbia e Dalmazia
(25 novembre 1916)
[Inizio scritto]

      Noi italiani quando fummo aiutati a risorgere come nazione conoscemmo dopo Magenta e Solferino la strada delle necessarie rinuncie... Noi ci rifiutammo di credere — e ciò sia detto sugli italiani che iperbolizzano i pericoli e l'entità di un eventuale conflitto italo-slavo — noi ci rifiutiamo di credere che i serbi della più grande Serbia di domani saranno oltre che ingrati così impolitici da opporre un «veto» assoluto alla realizzazione di tutte le nostre aspirazioni sull'altra sponda. Noi crediamo — anche in base a un articolo ufficioso della Birzevia Wjedomosti di Pietrogrado — che la Serbia abbia già accettato il nostro ragionevole programma adriatico. È sintomatico e simpatico che proprio dalla Russia vengano gettati secchi d'acqua fresca sulle teste calde degli irresponsabili megalomani della Jugoslavia.

III
      Coloro che in Italia sono disposti a sacrificare «tutta» la Dalmazia alla Jugoslavia mastodontica degli imperialisti panserbi ragionano su una semplice ipotesi: la Jugoslavia non è infatti che una «ipotesi» ima «creazione» politica sulla carta. Non esiste. Esiste una Serbia con una dinastia un parlamento un governo un esercito che si batte magnificamente ma la Jugoslavia è di là da venire in quanto è subordinata all'esito della guerra: la Jugoslavia non c'è. Dovrebbe essere formata coi seguenti territori: Serbia storica Bosnia-Erzegovina Croazia Montenegro e tutta la Dalmazia.
      Noi accettiamo gli ingrandimenti territoriali notevolissimi che verrebbero alla Serbia in seguito all'annessione della Bosnia-Erzegovina. Nulla abbiamo in contrario se la Croazia superando le rivalità religiose — i croati sono com'è noto cattolici mentre i serbi sono ortodossi — vorrà confondere il suo destino con quello della Serbia. Ci auguriamo che ciò avvenga. Così pure se il Montenegro vorrà unirsi più strettamente alla Serbia il fatto ci lascia indifferenti. Su ciò noi non troviamo materia di grandi discussioni. Sappiamo bene che ci sono dei nazionalisti in casa nostra che preferirebbero uno stato di Croazia indipendente a una Croazia fusa nella Serbia; anche l'unione del Montenegro alla Serbia suscita diffidenze in taluni circoli. Ma noi non andiamo a caccia di larve. La conclusione è che la Serbia o Jugoslavia di domani anche colle rinuncie imposte dal nostro programma adriatico avrà triplicati i suoi territori e la sua popolazione.

(segue...)