(segue) Italia, Serbia e Dalmazia
(25 novembre 1916)
[Inizio scritto]
La grande Serbia di domani avrà
dodici milioni di abitanti
invece dei tre o quattro attuali; e con
un accrescimento territoriale e demografico così ingente
dovrebbe
proprio la Serbia
far questione con noi per alcuni
territori che le sono «periferici»
quando le fosse
assicurato un ampio sbocco sul mare?
IV
Postulato fondamentale. Ammesso e
concesso lo smembramento dell'Austria-Ungheria
il problema adriatico
non comporta che questa soluzione. L'Adriatico diventa «militarmente»
un lago italiano
politicamente un mare italo-serbo. Quanto al
destino della Dalmazia noi abbiamo un punto di vista che sta fra gli
«imperialisti» e i «rinunciatari». Fra quelli
che dicono: «Niente Dalmazia!» e quelli che gridano:
«Tutta la Dalmazia!» c'è il posto per una terza
corrente. Quello della Dalmazia
come molti altri problemi
non
comporta soluzioni radicali
«gordiane»; il «tutto
o nulla» in questi casi non ha senso. Bisogna cercare una
soluzione «per approssimazione»
«media». La
Dalmazia non deve costituire il pomo della futura discordia
italo-serba
e non lo sarà
se l'Italia e la Serbia sapranno
rinunciare alla propria quota-parte di eccessivi appetiti
territoriali. Il dissidio italo-serbo sarebbe «distruttivo»
l'intesa leale italo-serba sarà eminentemente creatrice.
25 novembre 1916.
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