La crisi
(18 ottobre 1917)
L'impressione generale dopo la
prima seduta è questa: il ministero nazionale ha i giorni
contati e non può sfuggire al suo destino.
Noi non ci intendiamo troppo di
procedura parlamentare e non vogliamo indagare chi (nella questione
che fu giudicata di semplice forma) avesse ragione: se il gruppo
socialista ufficiale o il presidente del consiglio. Ma noi pensiamo
che il governo avrebbe dovuto accettare immediatamente la battaglia
sullo stesso terreno
e non evitarla
limitandosi alla discussione
generale sulla rinnovata domanda di esercizio provvisorio. Era un
mezzo — il più coraggioso se non il più
procedurista — per sventare la manovra dei socialisti
ufficiali.
L'on. Boselli avrebbe dovuto
tenere alla camera questo discorso: «Si vuole immediatamente
sapere come e qualmente sono avvenute certe modificazioni nella
compagine ministeriale
alle quali si dà l'appellativo
iperbolico di crisi extraparlamentare? Il governo non ha difficoltà
alcuna ad accontentare gli onorevoli postulanti
ed è pronto
ad anticipare quella discussione e una parte di quella discussione
che dovrebbe essere fatta più tardi.» Invece di questo
discorso l'on. Boselli ha imposto alla camera un primo voto di
fiducia. E la camera ha accettato l'imposizione
a malincuore
e
brontolando.
Questa prima fase dell'episodio
dimostra che il ministero nazionale era impreparato all'attacco dei
socialisti
e non ha quindi saputo fronteggiarlo. Colto di sorpresa
invece di sventare la imboscata dei socialisti ufficiali
si chiuse
come una chiocciola
nel guscio fragile di un primo voto di fiducia
ed ha lasciato la bocca amara anche a quelli che hanno detto «sì».
Accanto alla impreparazione
il che prova che il ministero nazionale
non è più un organismo coordinato ed omogeneo
ma un
gruppo semplicemente «quantitativo» di uomini
abbiamo
notato una straordinaria debolezza di fronte alla audacia sabotatrice
dell'on. Modigliani
il quale ha potuto attaccare il generalissimo
e
nella maniera più balorda
stabilendo uno straordinario
raffronto fra il generale Cadorna e l'on. Canepa
senza che dai
banchi del governo sia partita una voce sola in difesa e di protesta.
(segue...)
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