(segue) Nefasto!
(10 giugno 1920)
[Inizio scritto]
Questo il bilancio di governo
del nefasto Nitti. I socialisti che lo hanno sempre larvatamente e
apertamente appoggiato
non hanno il diritto di cantare vittoria.
Quanto ai «popolari»
essi perdono
nella rovina
nittiana
molto della loro riputazione e del loro prestigio. Il fatto
che non si può negare è questo: il primo ministero
combinato in Italia colla partecipazione ufficiale del nuovo partito
popolare
è morto ancora prima di nascere. Il «Pipi»
ha dimostrato di essere ancora un povero e infelice apprendista in
materia di lotte politiche. Basta ricordare che il partito popolare
ha precipitato la crisi; che non ha osato assumere il potere col suo
«leader» che è l'on. Meda; che non ha osato
dando
esempio di vera pusillanimità morale
collaborare col Bonomi
per via del fatto guerra e che
infine
ha dato due modeste comparse
— come un notaio e un pompiere — alla terza incarnazione
Nitti. Queste le recenti vicende del «Pipi».
Volere o no
il partito popolare
si è fatto far fesso
per dirla in gergo
ed esce malamente
compromesso
specie nei confronti del partito concorrente che è
quello socialista ufficiale.
Questi gli elementi essenziali
che si presentano a un primo rapido esame della situazione.
Quanto alla soluzione
ci piace
di riportare l'ordine del giorno votato alla recente adunata dei
Fasci di Combattimento
nel quale «constatata di fronte alle
rivalità e alla concorrenza delle due demagogie — la
rossa e la nera — la impossibilità del funzionamento
normale e ricostruttivo del parlamento e la pacificazione del paese
s'invitano i fascisti ad agitare la necessità dello
scioglimento della Camera e a preparare animi e mezzi per una nuova
consultazione del popolo italiano».
È evidente che
coll'attuale Camera non c'è mezzo di governare. Presto o
tardi
bisogna riportare la crisi
dal Parlamento al Paese.
(segue...)
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