(segue) La politica interna al Senato
(5 dicembre 1924)
[Inizio scritto]

      modificazioni delle zone malariche dei comuni di Dolo e Mira in provincia di Venezia;
      soppressione dei dazi sulle marmellate e altre conserve di frutta.
      Io vi domando, onorevoli Senatori, se si potevano ritardare questi provvedimenti, soprattutto quelli che concernono l'apertura di scuole, visto e considerato che le scuole si aprono nei mesi di ottobre-novembre. Dunque non si è abusato di decreti-legge; e quando la Camera è aperta non si fanno decreti-legge.
      D'altra parte, la questione dei decreti-legge è una questione che un giorno o l'altro dovrà essere affrontata. O si tiene la Camera aperta in permanenza, e allora si potranno adottare tutti i provvedimenti col disegno di legge; o la Camera avrà vacanze più o meno lunghe, com'è necessario, ed allora certi decreti-legge saranno inevitabili.
      Si è detto: Voi volete restare al potere ad ogni costo. Non è vero. Nella grande piazza di Cremona, davanti ad una moltitudine immensa di popolo, ho detto che riconoscevo i diritti della Nazione ed i diritti imprescrittibili di S. M. il Re. Se sua Maestà, al termine di questa seduta, mi chiamasse e mi dicesse che bisogna andarsene, mi metterei sull'attenti, farei il saluto ed obbedirei. Dico S. M. il Re Vittorio Emanuele III di Savoia; ma quando si tratta di S. M. il Corriere della Sera, allora no.
      L'epurazione e la disciplina del partito.
      Ma se c'è uno che abbia l'ansia di questa disciplina, che abbia lo spasimo di questa epurazione, quello sono io. Non è vero che la mia ultima circolare sia caduta improvvisamente come un bolide dal cielo in una notte di agosto: aveva precedenti significativi. In data 19 aprile, immediatamente dopo le elezioni, io dicevo: «È tempo di dire ai fascisti di liberarsi da tutti gli elementi che fanno della violenza un fine, mentre doveva essere un mezzo. È tempo di dire a tutti i fascisti che il partito sarà grande se saprà subordinare i suoi interessi agli interessi supremi della Nazione. Coloro che turbano l'ordine pubblico devono essere colpiti; e tanto più colpiti se sono fascisti, in quanto che essi, così facendo, mancano alla loro fede e feriscono i postulati ideali del Fascismo». Bisogna continuare tenacemente in questa strada. Lo stesso dicevo nel discorso alla Camera del 7 giugno, lo stesso ripetei al Consiglio nazionale, nel discorso alla maggioranza, e in quello alla Camera dei deputati del 22 novembre. Poi, finalmente, la circolare, che oserei chiamare definitiva, ai direttori provinciali per le adunate di domenica scorsa.

(segue...)