(segue) La politica interna al Senato
(5 dicembre 1924)
[Inizio scritto]
Vengo alla Milizia. Io dissi in
quest'aula che avrei sistemata la Milizia. Ho mantenuto la mia
parola. Difatti nell'agosto il Consiglio dei ministri approvò
il decreto-legge, che sarà portato dinanzi a voi, con il quale
la Milizia subiva il primo processo di costituzionalizzazione.
Si disse: voi non avete ancora
giurato al Re. Il giuramento fu fatto con lealtà assoluta il
28 ottobre. Se veramente il fatto che io monto a cavallo deve
costituire un pericolo per la Patria, non lo farò più,
oppure cambierò cavalcatura.
Ma queste son le frangie della
cronaca o del pettegolezzo.
Poi si disse: bisogna dare il capo
alla Milizia, un generale autentico. Un generale autentico c'è,
valoroso, ed era deciso ancora prima della lettera Balbo.
Poi si è detto: questione
dei gradi. Risolta. Tra oggi e domani uscirà un decreto,
concretato tra il nuovo comandante della Milizia e lo Stato Maggiore
dell'Esercito e il Ministero della Guerra, in cui questa questione
dei gradi sarà risolta. Chi è tenente resta tenente,
chi è capitano, capitano, chi generale, generale. Non dovete
credere, signori, che gli ufficiali della Milizia siano dei
professionisti che fanno questione di grado. Essi sono animati da un
profondo spirito idealistico, e se io dicessi loro che il massimo
grado è quello di sergente — il grado che io ho avuto in
guerra — accetterebbero; perché fino ad oggi, al momento
in cui parlo, nessuno può dubitare della ossequienza con la
quale il Partito fascista ha sempre eseguito i miei ordini.
Il sen. Giardino ha posto una
serie di quesiti; ma se il sen. Giardino avesse seguito più da
vicino il travaglio di sistemazione della Milizia, si sarebbe
convinto che per il 75 per cento delle sue proposte non ho nulla da
accettare, perché il fatto è già compiuto. Le
armi sono conservate nelle caserme; e il sen. Giardino lo sa. Non vi
è dubbio che una rigorosa selezione nel personale della
Milizia debba essere fatta: si sta facendo; gl'impuri, gli inetti, i
violenti vengono eliminati senza pietà. Anche l'organico degli
ufficiali e della truppa deve essere fissato per legge; non c'è
nessun dubbio. Gli ufficiali sono tratti da elementi dell'Esercito.
Insomma ci vuol sempre un po' di tempo anche nella riduzione. In
Russia, all'indomani della caduta di Kerenski, un cuoco fu comandante
della guarnigione di Pietrogrado ed un luogotenente del generale
Krilenko fu comandante di tutte le truppe. Ma questi necessari
elementi della prima ora sono stati eliminati successivamente. Il 95
per cento degli ufficiali della Milizia proviene regolarmente
dall'Esercito regolare. Siamo d'accordo che gli ufficiali della
Milizia non possono far parte di consigli di amministrazione di
banche, società e simili. Il comando di questa Milizia è
già affidato ad un generale dell'Esercito.
(segue...)
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