(segue) La politica interna al Senato
(5 dicembre 1924)
[Inizio scritto]

      Il Ministero militare è quindi una «gaffe», che fa il paio con l'altra di Facchinetti a Milano. E, del resto, non ci facciamo più lusingare dalla parola «libertà». Sappiamo che cosa significa la parola libertà! Durante la guerra fu la libertà di assassinare l'Esercito alle spalle. Alcuni anni fa, sette anni fa esattamente, si discusse alla Camera, in seduta segreta, sulle cause di Caporetto: ed il ministro della Guerra diceva: «causa importantissima di ciò che è avvenuto è stata l'infame propaganda antipatriottica, della quale si hanno infiniti documenti, che sono acquisiti all'autorità giudiziaria». E conosciamo anche la libertà del dopoguerra quando, solo, e me ne vanto, io ho difeso il generale Graziani che era chiamato il generale fucilatore! E so che cosa significherebbe la libertà di domani, e quel che significa oggi, quando l'altro giorno a Genova si è impedito a un professore, padre di un eroico caduto in guerra, di tenere la prolusione all'apertura dell'anno accademico, presenti tutte le autorità. E so cosa significherebbe la libertà di domani perché voi sapreste, sia pure attraverso forme legali, come ci si libererebbe una volta per sempre da certi avversari irriducibili.
      Io sono stato il primo, on. Giardino, a riconoscere che il Paese è in periodo di crisi, di disagio, d'attesa di fronte al Fascismo e al Governo fascista. Le cause sono complesse: errori, violenze, colpe. Errori anche di Governo. E qual è quel Governo che non commette degli errori? Sono stato io il primo, in data non sospetta, a levare il mio grido d'allarme contro l'affarismo. Al Consiglio nazionale del partito, il 7 agosto, io dicevo: «Bisogna essere estranei agli affari, non farne, rifiutarsi persino di sentirne parlare, dichiarare che sono estranei alla nostra mentalità di fascisti; e quando esistono necessità che impongono tali affari, bisogna farli alla chiara luce del sole». Dicevo ancora: «Non vi è dubbio che abbiamo peccato un po' di vanità; troppi commendatori, troppi cavalieri», ecc. Già d'allora io mettevo il dito sulla piaga. Ma, on. Giardino, non bisogna gettare l'ombra del sospetto generale su tutto il Fascismo italiano, perché, anche prima che il Fascismo venisse sulla scena, vi sono stati in Italia scandali, dalla Regia al Palazzo di Giustizia. Nell'estate scorsa noi abbiamo sepolto due deputati fascisti, uno assassinato e uno morto di malattia; e li abbiamo trovati nella più squallida miseria, e le loro famiglie vivono oggi con l'aiuto delle sottoscrizioni fasciste.

(segue...)