Fra l'Italia e l'America del Sud
(12 ottobre 1925)
Il 12 ottobre - a
giorno di Colombo» - fu celebrato per la prima volta in Italia
con la solenne inaugurazione del cavo telegrafico sottomarino fra
Anzio e l'America del Sud. Parlarono S. E. Ciano, l'Ambasciatore del
Brasile e il Ministro plenipotenziario dell'Uruguay. Infine il Duce
pronunciò le seguenti parole:
Signori!
Forse vi stupite di vedermi oggi
di umore eccellente. Mi spiego. Quando partecipo ad una cerimonia che
consiste nella posa di una prima pietra io sono generalmente grigio,
perché ho constatato che talvolta l'erba cresce sulla prima
pietra innanzi che vi si posi la seconda. Ma quando io mi trovo
dinanzi all'opera compiuta, perfetta in ogni suo lato, dimentico per
un istante le cure quotidiane e mi sento di umore allegro.
È una grande, magnifica
opera quella che oggi riceve qui una solenne consacrazione. Pensate
che quando è giunta in America la notizia della nostra grande
Vittoria, essa fu alterata e mutilata. Eppure, sino a prova
contraria, Vittorio Veneto è in Italia ed il «Bollettino»
di Diaz parla chiaro!
Soprattutto mi piace quest'opera
perché, preventivata in tre anni, è stata compiuta
fascisticamente in diciotto mesi. E bene a proposito il mio amico
Ciano, al quale non perdonerò per molto tempo di avermi tratto
a pronunciare un discorso, ha voluto mettere le cose a posto. È
bensì vero che le idee erano venute da altri, ma il destino
del Governo fascista è anche questo: tradurre in concreti
fatti le pie ed utili intenzioni degli altri.
Voglio ringraziare in primo luogo
gli Ambasciatori ed i Ministri dei popoli amici ed alleati di America
e di Europa che sono qui presenti a rendere più solenne la
cerimonia; voglio esprimere dinanzi a voi e dinanzi alla Nazione un
alto elogio per l'ing. Carosio e per tutti i suoi collaboratori
tecnici, industriali ed azionisti; voglio ancora mandare un pensiero
di simpatia ai collaboratori più umili di quest'opera, a
coloro che per mesi e mesi sugli oceani si sono affaticati a posare
il cavo. Voglio infine mandare, sicuro di essere interprete del
vostro pensiero, un saluto commosso alle collettività italiane
in America, a questi nostri fratelli lontani, laboriosi e fedeli alla
Patria, ospiti di Nazioni amiche con le quali i rapporti diventeranno
sempre più stretti e fecondi nelle opere della civiltà
comune.
(segue...)
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