(segue) La nuova Roma
(31 dicembre 1925)
[Inizio scritto]

      I dati sintetici del vostro bilancio triennale eccoli: strade nuove, aumentati mezzi di comunicazione, miglioramento di tutti i servizi pubblici, scuole, parchi, giardini, assistenza sanitaria, organizzazione igienica in difesa della salute del popolo. Nel tempo stesso sono riscattati dal silenzio oblioso i Fori come quello di Augusto, i templi, come quello della Fortuna virile.
      Tutto ciò è innegabilmente merito vostro. Tutto ciò si deve alla vostra instancabile fatica e al vostro ardente spirito dì romanità antica e moderna.
      Non ci poteva essere soluzione di continuità in questa opera. Ecco perché il Governo ha deciso che voi, dopo essere stato per tre anni regio commissario, foste, vorrei dire per naturale diritto di successione, il primo governatore di Roma. Avete dinanzi a voi un periodo di almeno cinque anni per completare ciò che fu iniziato, e incominciare l'opera maggiore del tempo secondo.
      Le mie idee sono chiare, i miei ordini sono precisi e sono certo che diventeranno una realtà concreta. Tra cinque anni Roma deve apparire meravigliosa a tutte le genti del mondo; vasta, ordinata, potente, come fu ai tempi del primo impero di Augusto.
      Voi continuerete a liberare il tronco della grande quercia da tutto ciò che ancora la intralcia. Farete dei varchi intorno al teatro Marcello, al Campidoglio, al Pantheon; tutto ciò che vi crebbe attorno nei secoli della decadenza deve scomparire. Entro cinque anni, da Piazza Colonna per un grande varco deve essere visibile la mole del Pantheon. Voi libererete anche dalle costruzioni parassitarie e profane i templi maestosi della Roma cristiana. I monumenti millenari della nostra storia debbono giganteggiare nella necessaria solitudine.
      Quindi la terza Roma si dilaterà sopra altri colli, lungo le rive del fiume sacro, sino alle spiaggie del Tirreno.

(segue...)