(segue) La nuova Roma
(31 dicembre 1925)
[Inizio scritto]

      Voi toglierete la stolta contaminazione tranviaria che ingombra le strade di Roma, ma darete nuovi mezzi di comunicazione alle nuove città che sorgeranno in anello intorno alle città antiche. Un rettilineo che dovrà essere il più lungo e il più largo del mondo porterà l'ansito del mare nostrum da Ostia risorta fino al cuore della città.
      Darete case, scuole, bagni, giardini, campi sportivi al popolo fascista che lavora. Voi, ricco di saggezza e di esperienza, governerete la città nello spirito e nella materia, nel passato e nell'avvenire.
      Volgono per questa vostra opera i fati specialmente propizi.
      Da tre anni Roma è veramente la capitale d'Italia, i municipalismi sono scomparsi. Il Fascismo ha, fra gli altri, questo non ultimo merito, di aver dato moralmente e politicamente la capitale alla Nazione: Roma, oggi altissima nella nuova coscienza della Patria vittoriosa.
      Aggiungo che il popolo romano ha dato in questi ultimi anni, specialmente in questo che si conclude oggi, prove ammirabili di ordine e di disciplina. Esso è degno di vivere nella più grande Roma che sorgerà dalla nostra volontà tenace, dall'amore e dal sacrificio concorde e consapevole di tutte le genti d'Italia.
      Governatore! Al lavoro senz'altro indugio.
      La Patria e il mondo attendono l'avverarsi dell'auspicio, il compiersi della promessa.