(segue) Al popolo di Perugia
(5 ottobre 1926)
[Inizio scritto]

      Ma la nostra non è una democrazia rinunciataria e vile e condiscendente agli istinti meno nobili delle masse, una democrazia che ha sempre paura e soprattutto ha paura, quando ha avuto un po' di coraggio.
      Non è il liberalismo che ritiene di potere assidersi al disopra della mischia degli interessi e delle categorie della collettività nazionale. Tutto ciò è da noi ripudiato, ripudiato come disintegratore delle virtù del popolo italiano. Noi siamo nettissimi nelle nostre affermazioni, nettissimi nelle nostre negazioni. Qui è il segno della nostra forza invincibile. (Ovazioni).
      Camicie Nere!
      La nostra storia di popolo è grandemente istruttiva. Cartagine è un pianeta nel cielo della storia; ma Roma, Roma è ancora oggi un astro grandeggiante sul nostro orizzonte.. Così siamo noi. Possiamo piegarci qualche volta, ma l'anima non si piega. Possiamo sostare ma poi riprendiamo più rapidamente la nostra marcia. Ed il Fascismo questa marcia continuerà passo passo, con metodo, con energia e con passione fino a che tutte le mete siano raggiunte. (La folla prorompe in prolungate entusiastiche ovazioni).