(segue) Per l'Istituto Centrale di Statistica
(15 luglio 1927)
[Inizio scritto]
Vi sono delle cifre che parlano un
linguaggio drammatico. Suscitano ansietà o accendono le
speranze. È necessario però che la statistica raggiunga
il massimo della esattezza. La statistica non è pessimista, né
ottimista, non può servire a tesi preconcette. Il suo segno
deve essere quello della piena verità, piacevole o spiacevole
che sia. Solo a tal patto la statistica può avere l'alta
funzione educativa e moralizzatrice per i singoli e per i popoli.
Voglio manifestare al vostro
Presidente il mio compiacimento per quanto ha fatto e per quanto si
propone di fai;è. Tale compiacimento estendo a voi tutti, che
volonterosamente e intelligentemente collaborate con lui. Il periodo
dell'inizio, che è, in ogni intrapresa particolarmente
delicato e laborioso, è finito. Ormai la strada è
sgombra per il più fecondo e vasto lavoro di domani.
|