Discorsi di Milano
(24, 26 maggio 1930)


      Tra il 20 e il 26 maggio, S. E. il Capo del Governo sostò a Milano, ove tenne sintetiche allocuzioni alla inaugurazione della Casa del Fascio, alla Società del Giardino, alla Cassa di Risparmio di Milano, agli Stabilimenti Morelli, all'Umanitaria, ai Mutilati - che gli offersero un bastone di Comando durante una funzione in suffragio dei Caduti fascisti-e alle forze sindacali. Ma i discorsi di maggior rilievo, che qui si riportano, sono due: uno, tenuto il 24 maggio, anniversario della nostra entrata in Guerra, al popolo milanese adunato in Piazza del Duomo; l'altro il 26 maggio, nello stesso luogo, per prendere commiato dalla città del Fascio Primogenito.
      Il primo discorso - del 24 maggio - è il seguente:

      Camicie Nere di Milano! Milanesi del Carroccio, delle Cinque Giornate, dell'Intervento e del Fascismo!
      Milanesi, che equilibrate in voi un sano attivismo pratico e nello stesso tempo un idealismo vibrante; Milanesi, che mi avete offerto lo spettacolo della vostra città piena di vita, come nelle grandi giornate: ecco che io mantengo la mia promessa per il tempo strettamente necessario a dimostrarvi che l'ho mantenuta.
      Sono sicuro che voi non vi attendete da me dei supplementi ai discorsi di Livorno e di Firenze, da me lungamente meditati prima di essere pronunciati.
      Essi avevano lo scopo, perfettamente raggiunto, di non fare addormentare il popolo italiano davanti al belare degli agnelli, che sono degli autentici lupi, e di non farlo trovare domani svegliato di soprassalto di fronte a sorprese più o meno tragiche della storia.
      Tuttavia, alcuni motivi polemici io debbo ribattere.

(segue...)