(segue) Discorsi di Milano
(24, 26 maggio 1930)
[Inizio scritto]



      Il discorso di commiato, pronunciato il 26 maggio è il seguente:

      Camicie Nere della mia Milano!
      Dico «mia», non per un atto di superbia, ma per un atto di amore. Con questo vostro saluto si conclude la mia settimana milanese, ed il mio viaggio di quest'anno VII, destinato a restare memorabile nella storia del popolo italiano. Milano mi ha offerto uno spettacolo superbo di vita e di energia. Milano mi è apparsa così come io la volevo, così come è conosciuta e amata da tutti gl'italiani. Milano ha dimostrato di essere all'altezza del Fascismo; desidero che il Fascismo sia sempre all'altezza di Milano. Milano è stata grande in questa settimana: grande nelle sue manifestazioni di popolo, di operai, di soldati, di fanciulli. Ed è stata anche discreta ed affettuosa nel particolare. Di ciò vivamente la ringrazio.
      Domani continueremo la nostra usata fatica; ma con l'animo pienamente teso verso il futuro.
      Ed ora, o camerati, separiamoci levando al cielo il grido di raccolta che fu delle antiche battaglie e che sarà di raccolta per le battaglie di domani: «A Noi!»
      (E le Camicie Nere fanno eco con un potente «A Noi!»)