(segue) Per l'Istituto Internazionale di Agricoltura
(14 ottobre 1930)
[Inizio scritto]
E sarà, dunque, ragion
d'essere e merito dell'Istituto Internazionale d'Agricoltura il
promuovere quelle intese tra Stati e gruppi di Stati aderenti, il
suggerire quelle provvidenze tecniche, economiche, sociali, il
tracciare quelle direttive che valgano ad affrettare il processo
d'avvaloramento nazionale delle forze agricole, principio di un più
razionale assetto degli scambi tra Paesi, sul quale abbiano minor
forza le turbative estranee alle facoltà degli uomini
consociati.
Credo di aver indicato in poche
parole il carattere e il triplice campo d'azione del sodalizio dalla
triplice spiga. Male avviserebbe chi ne confinasse i compiti nella
sola sfera della informazione e propagazione dei dati tecnici e
statistici, dove esso ha pure esercitato ed esercita un magistero di
alta autorità, d'indiscussa utilità per tutti i Governi
e per l'opinione pubblica di tutti i Paesi.
Il suo compito predominante è
quello di segnare alcune direttive fondamentali comuni all'azione
difensiva e propulsiva degli Stati per migliorare le condizioni degli
agricoltori. Tutte le condizioni degli agricoltori: quelle economiche
e sociali, con che si aumenta il loro potere di acquisto e si evita
una delle cause di ricorrente depressione; quelle morali, con che si
cerca di affezionare sempre meglio il contadino alla terra
distogliendolo dalle nefaste seduzioni dell'urbanesimo.
Programma, dunque, di piena
ruralizzazione. A questo programma l'Istituto Internazionale
d'Agricoltura ha tenuto fede nel suo primo venticinquennio; questo
programma esso svolgerà con energia, con perizia, con amore,
negli anni venturi, affrontando i nuovi e difficili compiti che
l'attendono.
Sire! Eccellenze! Signori!
L'opera gloriosa fermamente voluta
dal Re d'Italia, attuata mercé gli sforzi costanti, il
concorso amorevole degli Stati, è un elemento necessario della
collaborazione internazionale d'oggi e di domani.
(segue...)
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