(segue) Per la battaglia del grano
(7 dicembre 1930)
[Inizio scritto]
Non solamente dai dati forniti dal
Consorzio, ma anche dalle cifre statistiche generali raccolte anno
per anno, a ben leggerle, il progresso della granicoltura nazionale,
si manifesta chiaramente. Se per esempio calcoliamo la produzione
globale italiana in questi ultimi 5 anni, abbiamo i seguenti
risultati: media dei due primi anni 1925-26 e 1926-27 quintali 57
milioni, in cifra tonda; dopo un altro anno la media sale a 59
milioni di quintali, in cifra tonda; dopo un altro anno ancora,
arriva a quintali 62 milioni, in cifra tonda; dopo questa ultima
annata, nella quale gioca il fattore negativo della diminuita
produzione, si raggiunge, tuttavia, la media di 61 milioni di
quintali, vale a dire 4 milioni in più della media di
partenza.
E la stessa cosa dimostrano le
cifre relative alla produzione per ettaro: media delle due annate
1925-926-927, quintali 11,5; dopo il 1928, quintali 11,8; dopo il
1929, quintali 12,6; dopo il 1930 quintali 12,4, cioè appena
20 kg. di diminuzione media in seguito all'ultima annata.
Vi ho fatto rilevare, due anni or
sono, che un giornale francese parlava della possibilità di
ottenere 100 quintali di grano per ettaro, e tale notizia, mentre ha
sollevato grande scalpore tra le vostre file ed ha suscitato qualche
diffidenza tra quei tecnici che vi ho descritto come eternamente
pencolanti e dubitosi, ha dato nuove ali all'entusiasmo di quegli
uomini fattivi, scienziati ed agricoltori, i quali, a fatti,
dimostrano di non credere all'esistenza di colonne d'Ercole per il
progresso agricolo e tentano, sempre, nuove vie, per aumentare il
rendimento unitario del grano.
Ho seguito i progressi che la
tecnica cerealicola sta compiendo all'estero, ho letto che nuovi
metodi sono allo studio, quali quelli «Jean Rouest» e
«Popovic». Ma anche l'Italia è tutta una fioritura
di metodi nuovi, alcuni assai promettenti e già largamente
diffusi, come il metodo «Gibertini» o «Bresciano»,
altri allo studio, come il metodo «Chiodelli», escogitato
da un semplice agricoltore cremonese, il metodo «Ferraguti»,
delle righe ternate, e quello seguito dall'agricoltore siciliano
Xirinda. Intanto il trapianto meccanico del frumento torna all'onore
della ribalta, suscitando discussioni e invogliando numerosi
agricoltori a compiere nuove pratiche.
(segue...)
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