(segue) Per la battaglia del grano
(7 dicembre 1930)
[Inizio scritto]
Non basta: so che in provincia di
Bergamo e a Messina vi sono stati due agricoltori, il Liga e il
Previtali, che hanno ottenuto quest'anno, in dicembre, un secondo
raccolto di frumento, dopo frumento, con razze precoci. So che si
tratta di semplici virtuosismi, il cui valore pratico e la cui
portata economica sono scarsissimi; tuttavia questi sforzi
rappresentano non soltanto la prova del fervore che anima i rurali e
i tecnici agricoli, ma anche la dimostrazione di quest'altra verità
assiomatica: l'agricoltura italiana, e non soltanto l'italiana, è
ancora bambina; si va avviando soltanto ora alla scuola, dico alla
scuola elementare; grandi progressi ha da compiere ancora ed è
lunga la strada che deve portare all'università. Bisogna,
dunque, credere al progresso e non sorridere degli inventori, delle
iniziative audaci, dei giovani ansiosi di novità. Anche la
tecnica agricola deve evolversi e si evolverà, soprattutto per
merito dei giovani. Che i problemi dell'agricoltura siano oggi al
primo piano della coscienza nazionale lo dimostra l'entusiastico
successo dell'autotreno del grano, che ha percorso tutte le contrade
d'Italia ed è stato visitato da una moltitudine che si calcola
a 12 milioni di persone.
Prima di passare alla
distribuzione dei premi voglio toccare l'argomento dei prezzi. Il
crollo dei prezzi delle derrate agricole si è accentuato. I
prezzi dei principali prodotti dell'agricoltura sono in gran parte al
di sotto di quota 90. Farli risalire artificiosamente è vana
fatica. Intanto bisognerebbe potere agire in senso mondiale, il che è
impossibile. Nemmeno in senso europeo. Le conferenze indette all'uopo
sono state finora dei tentativi infecondi. Allora non v'è
altro rimedio che comprimere sui costi di produzione: è quello
che si va facendo dal 18 novembre in poi. Diminuire i costi di
produzione significa diminuire i salari, le tasse comunali e
provinciali, il prezzo delle macchine e dei concimi e, non appena
possibile, anche le tasse dello Stato. In questo modo l'azienda
agricola ristabilisce il suo equilibrio fra entrate e spese. Malgrado
i soliti ed inevitabili disfattisti, l'agricoltura italiana marcia
verso questo nuovo equilibrio, e lo raggiungerà nei prossimi
raccolti. Coloro che in questi durissimi tempi non hanno mai
disperato, ma hanno continuato a lavorare con tenacia, con fede, con
sacrificio, meritano di essere additati alla riconoscenza della
Nazione. Premiando, ora, gli agricoltori che di più hanno
prodotto, voglio anche «moralmente e politicamente»
premiare il fecondo, tranquillo, valoroso popolo rurale d'Italia.
(segue...)
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