(segue) Per la festa del Patto Lateranense
(12 dicembre 1930)
[Inizio scritto]
Gaetano Negri, in quell'epoca,
apparteneva a quella che si chiamava la consorteria lombarda: erano
uomini della vecchia destra, ma rafforzati (allora si chiamavano
«forcaioli»!) Però Gaetano Negri era uno spirito
di primo ordine, ed un volume lo raccomanda alla posterità:
Giuliano l'Apostata, uno dei libri più interessanti che si
possano leggere. Si può forse definirlo «il libro
classico della materia», perché è il libro nel
quale Gaetano Negri, valendosi di un'erudizione fortissima, spiega,
dimostra, prospetta la tragedia di questo ultimo Imperatore, che,
circa quattro secoli dopo Cristo, credeva ancora di tornare al culto
degli antichi Dei della vecchia Grecia. E naturalmente, ad un certo
punto, trafitto, dopo avere bruciato i vascelli, dal dubbio, più
che dalle frecce nemiche, finiva col proclamare: «Galileo, hai
vinto!»
Ora Gaetano Negri diceva: «Il
punto veramente essenziale è di provare l'opportunità
di una legge, per la quale dopo 25 anni noi, ad un tratto, ci
svegliamo senza nessuna causa impellente, per decretare che il giorno
20 Settembre sia giorno festivo».
Aggiungeva: «Il diritto
nazionale, per il quale l'Italia è venuta a Roma, è un
diritto assolutamente indiscutibile, come è indiscutibile il
diritto per il quale l'Italia è andata a Napoli o a Firenze.
Ma appunto perché questo diritto è indiscutibile,
appunto perché noi non dobbiamo ammettere che da nessuno sia
stato posto anche lontanamente in dubbio, appunto per questo noi non
dobbiamo continuamente illuminarlo coi fuochi artificiali della
nostra esultanza, quasi che si trattasse di una cosa anormale, che
esce dalla legge comune, la quale fu la norma della costituzione
politica del nostro paese».
La tesi che egli sosteneva era
questa: dal momento che l'Italia è una, dalle Alpi alla
Sicilia, non può avere che Roma per Capitale. «E siccome
— Gaetano Negri aggiungeva — questo è un fatto
normale, storicamente provato, è inutile che ne facciamo un
avvenimento eccezionale da celebrare ogni anno».
(segue...)
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