(segue) La politica economica del Regime
(18 dicembre 1930)
[Inizio scritto]
La proprietà americana era
legata alla previsione che la produzione ed il consumo marciassero di
conserva. Il consumo dava segni di stanchezza? Ecco che i guidatori,
come accade nelle piste, eccitavano il cavallo consumo.
In che modo? Con gli alti salari;
ma poi, siccome gli alti salari non bastavano, con la vendita a rate,
con la produzione razionalizzata fino agli estremi, e finalmente con
una pubblicità fantastica che creava nello spirito elementi di
inflazione morbosa; ad un certo punto il consumo ha dato segni di
stanchezza, e la crisi è scoppiata in pieno.
Ciò induce a riflettere e a
pensare se per avventura non dovessimo considerare il caso che fu già
prospettato altra volta da maestri dell'economia politica, se cioè
il modo della produzione attuale non abbia scatenato delle forze che
non è più in grado di controllare, cioè se
l'economia, dopo essere stata razionalizzata nelle officine, non
debba essere ugualmente razionalizzata nell'interno degli Stati e
nelle federazioni di Stato.
Sono piccole anticipazioni sulle
quali non insisto perché non hanno ancora valore rigidamente
scientifico e probativo.
Ora che abbiamo elencato tutte le
possibili cause della crisi mondiale, passiamo ai rimedi. Rimedi
eroici non ve ne sono. Non v'è che da sorvegliare ed eccitare
le forze della natura con intelligenza e tempestività. Si
fanno delle proposte, si lanciano delle idee, si propone una
conferenza che dovrebbe discutere questi problemi, ma in genere tutte
le conferenze che si sono tenute fino ad oggi, sia le conferenze
parziali che quelle generali, non hanno dato dei risultati
soddisfacenti.
Non è problema che deve
essere risolto da tecnici: o è risolto in sede politica o non
è risolto.
(segue...)
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