(segue) La politica economica del Regime
(18 dicembre 1930)
[Inizio scritto]

      Tuttavia, non mancano nell'orizzonte ancora oscuro taluni segni dì ripresa. Non ripresa confrontata all'anno precedente, ma ripresa confrontata ai mesi precedenti. Così parte dell'industria tessile e serica, l'energia elettrica e l'industria edilizia negli Stati Uniti d'America hanno segnato una notevole ripresa in ottobre, in confronto del. Settembre e dell'agosto precedente. È convinzione, tuttavia, che tanto più è stata profonda la crisi, tanto più rapida e violenta sarà la ripresa, non solo per il mondo in generale ma anche per l'Italia in particolare.
      Noi abbiamo una nostra capacità di resistenza; questa capacità di resistenza è dovuta — sembra un paradosso — al nostro non ancora eccessivamente sviluppato sistema economico moderno.
      Fortunatamente il popolo italiano non è ancora abituato a mangiare molte volte al giorno, e avendo un livello di vita modesta, sente di meno la deficienza e la sofferenza. Solo le classi superiori sono tremendamente egoiste, e quando, invece di avere tre automobili, ne hanno soltanto due, gridano che il mondo sta per cadere.
      Poi, accanto a questo fatto che chiamerò negativo, ma tuttavia importante, perché agente, ci sono gli elementi positivi, cioè lo Stato fascista, l'organizzazione tutta degli interessi, l'inquadratura di tutti gli elementi nazionali in determinate categorie ed un Governo che interviene, cioè un Governo che non si lascia sorprendere dagli avvenimenti. Qui non è il caso di levare la discussione se il Governo debba intervenire o non debba intervenire. Sarebbe una discussione di lana caprina. Quando l'impresa privata varca certi limiti, non è più un'impresa privata, ma è un'impresa pubblica. Sarà privata l'impresa dell'artigiano, ma quando un'industria, un istituto di credito, un commercio, una banca controlla miliardi e dà lavoro a diecine di migliaia di persone, come è possibile pensare che la sua fortuna o la sua sfortuna sia un affare personale del direttore dell'azienda o degli azionisti di quella industria? No. Essa interessa ormai tutta la Nazione: e lo Stato, espressione politica, giuridica, morale, volitiva della Nazione, non può straniarsene. Seminerebbe delle rovine.

(segue...)