Parità di diritto
(13 settembre 1932)
Un memoriale
tedesco richiedeva la parità giuridica, per il fatto che la
Germania faceva parte della Società delle Nazioni; tale
richiesta, mentre suscitava larga eco di polemiche in tutto il mondo,
trovava ostile principalmente la Francia. In tale occasione, S. E. il
Capo del Governo scrisse, per un gruppo di quotidiani americani, il
seguente articolo, riportato sul «Popolo d'Italia» del 13
settembre 1932:
L'avvenimento più
importante nella cronaca politica internazionale di questi giorni, è
la richiesta ufficiale avanzata dal Governo tedesco alle Cancellerie
dei Governi di Inghilterra, Francia, Italia e Stati minori
interessati, intesa ad ottenere la parità o eguaglianza
giuridica in materia di armamenti. Tale domanda era già stata
annunciata in dichiarazioni ed interviste, rilasciate dal generale
von Schleicher, che appare sempre più in evidenza, come l'uomo
più deciso e autoritario del governo von Papen. Non avrebbe
dovuto suscitare eccessive sorprese. Viceversa, a giudicare dal
contegno della stampa, l'opinione pubblica francese è insorta
quasi unanimemente contro la domanda tedesca; quella inglese si tiene
piuttosto riservata, mentre quella italiana manifesta la sua simpatia
alla richiesta germanica. Questo è un momento nel quale
bisogna dare prova di sangue freddo e mostrare che gli impulsi
sentimentali — rispettibili, ma ormai tardivi e inattuali —
derivati dalla guerra, non influiscono sul calmo ragionamento
soprattutto quando una nuova situazione si è determinata.
La nuova situazione si è
determinata sin dal giorno in cui la Germania venne ammessa a far
parte della Società delle Nazioni ed ebbe subito — come
era logico, data la sua importanza — un seggio permanente nel
Consiglio della Lega. Da quel momento alla Germania fu universalmente
riconosciuta l'eguaglianza giuridica, cioè l'eguaglianza con
le altre potenze, in fatto di diritti e di doveri.
(segue...)
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