(segue) Parità di diritto
(13 settembre 1932)
[Inizio scritto]
L'origine e le giustificazioni
della richiesta germanica, stanno proprio nel fallimento della
Conferenza di Ginevra, il quale fallimento tende a perpetuare la
disuguaglianza di diritto fra Germania e gli altri Stati.
Siamo dinanzi al grave dilemma di
von Schleicher: o viene riconosciuta la parità di diritto o la
Germania si asterrà dal partecipare alla nuova fase della
Conferenza del disarmo. L'astensione della Germania avrebbe come
risultato la paralisi definitiva e l'aggiornamento sine die della
Conferenza del disarmo, ma sarebbe anche un colpo mortale
all'organismo della Lega delle Nazioni, già così
gravemente compromesso dall'atteggiamento del Giappone e dalle
riserve dell'Italia.
Bisogna partire dal punto di vista
che la Germania non può rimanere eternamente inerme, fra gli
armati, a meno che gli armati non si avvicinino — come avevano
enfaticamente promesso a Versailles — al livello dei suoi
armamenti. Siamo sempre all'alternativa: la sicurezza generale di
tutti gli Stati è legata ad un livello massimo dei loro
armamenti o non invece — come ho dichiarato sin dal giugno 1928
nel discorso al Senato d'Italia — al livello minimo?
È solo tendendo al livello
minimo che si disarma concretamente, non già nell'ipotesi
opposta. Ne consegue che se il livello degli armamenti non si
abbassa, la Germania ha diritto di aumentare il suo. Questa
eguaglianza di diritto non può essere respinta, poiché,
se lo fosse, si verrebbe a classificare la Germania in una categoria
inferiore di Stati, cioè quelli che non hanno pieno
l'esercizio della loro sovranità politica e militare. Ora, per
evitare un'assenza della Germania dalla Conferenza del disarmo, è
inevitabile che le sia riconosciuto il diritto di eguaglianza
giuridica in materia di armamenti.
Ma aggiungiamo subito che è
nell'interesse supremo della Germania, di fronte a tutti gli Stati
d'Europa, di fronte all'America e all'opinione mondiale, di
impegnarsi a fare un'applicazione, moderata, di questa eguaglianza di
diritti e in ogni caso, quando la Conferenza del disarmo abbia chiuso
— bene o male — ma definitivamente, le sue porte. La
Germania deve dare prova di grande saggezza, non deve ripetere quegli
errori di «psicologia» che le sono costati più di
molte battaglie; deve mostrare la sua volontà di pace e il
quadro che dovrà entrare nella cornice rappresentata dalla
formula «parità giuridica» deve essere di
proporzioni tali, da non turbare il già mutabilissimo genere
umano. Una volta ottenuta la parità giuridica, la Germania
deve mostrare al mondo la sua moderazione, la sua prudenza e il suo
desiderio reale di pace e di collaborazione e se ci sarà il
fallimento della Conferenza del disarmo, il nuovo ordinamento delle
forze militari germaniche dovrà essere contenuto in misura
proporzionale e comunque dovrà essere il risultato di una
convenzione fra tutte le potenze interessate, così come la
Germania stessa non è aliena dal desiderare.
(segue...)
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