(segue) Discorso del XIII gennaio per lo Stato corporativo
(12 gennaio 1934)
[Inizio scritto]

      Quarta esperienza: la fascista. Se l'economia liberale è l'economia degli individui in stato di libertà più o meno assoluta, l'economia corporativa fascista è l'economia degli individui, ma anche dei gruppi associati ed anche dello Stato. E quali sono i suoi caratteri? Quali sono i caratteri dell'economia corporativa?
      L'economia corporativa rispetta il principio della proprietà privata.
      La proprietà privata completa la personalità umana: è un diritto e se è un diritto è anche un dovere. Tanto che noi pensiamo che la proprietà deve essere intesa in funzione sociale; non quindi la proprietà passiva, ma la proprietà attiva, che non si limita a godere i frutti della ricchezza, ma li sviluppa, li aumenta, li moltiplica.
      L'economia corporativa rispetta l'iniziativa individuale.
      Nella Carta del Lavoro è detto espressamente che soltanto quando l'economia individuale è deficiente, inesistente o insufficiente, allora interviene lo Stato. Ne è evidente esempio che solo lo Stato, coi suoi mezzi potenti, può bonificare l'Agro Pontino. L'economia corporativa introduce l'ordine anche nell'economia.
      Se c'è un fenomeno che deve essere ordinato, che deve essere indirizzato a certi determinati fini, questo è precisamente il fenomeno economico, che interessa la totalità dei cittadini.
      Non solo l'economia industriale deve essere disciplinata ma anche l'economia agricola (nei momenti facili anche taluni agricoltori hanno deragliato), l'economia commerciale, la bancaria e anche l'artigianato.
      Come deve tradursi nei fatti questa disciplina? Attraverso l'autodisciplina delle categorie interessate.

(segue...)