(segue) Discorso del XIII gennaio per lo Stato corporativo
(12 gennaio 1934)
[Inizio scritto]

      Solo in un secondo tempo, quando le categorie non abbiano trovato la via dell'accordo e dell'equilibrio, lo Stato potrà intervenire e ne avrà il sovrano diritto anche in questo campo, poiché lo Stato rappresenta l'altro termine del binomio: il consumatore. La massa anonima, la quale non essendo inquadrata nella sua qualità di consumatrice in apposite organizzazioni, deve essere tutelata dall'organo che rappresenta la collettività dei cittadini.
      A questo punto qualcuno potrebbe essere indotto a domandarmi: «E se la crisi finisse?». Rispondo: «Soprattutto allora!» Non bisogna nutrire delle illusioni sul rapido decorso di questa crisi. Le code saranno lunghe.
      Comunque, anche se per avventura domani vi fosse una ripresa economica generale e si tornasse a quelle condizioni di latitudine economica del 1914, che testé venivano ricordate, soprattutto allora sarà necessaria la disciplina perché gli uomini facili a dimenticare, sarebbero indotti a ricommettere le stesse sciocchezze, a ripetere la stessa follia. (Vivissimi e generali applausi).
      Questa Legge, onorevoli Senatori, è entrata ormai nella coscienza del popolo italiano. Il popolo italiano lo ha dimostrato in questi giorni. Questo ammirevole popolo italiano, laborioso, infaticabile risparmiatore, ha dato a questa Legge otto miliardi di voti che valgono una lira l'uno (vivissimi generali applausi). Ha dimostrato simultaneamente con le vostre discussioni, che questa Legge non è una minaccia, ma una garanzia, non è un pericolo, ma una suprema salvezza.
      Tempi della esecuzione. Approvata la Legge procederemo alla costituzione delle Corporazioni. Il Gran Consiglio ha esaminato il testo della Legge nelle discussioni già svolte e ha definito i caratteri e la composizione delle Corporazioni. Costituite le Corporazioni ne seguiremo il funzionamento che dovrà essere rapido, non appesantito dalla burocrazia.

(segue...)