(segue) Michele Bianchi
(3 febbraio 1935)
[Inizio scritto]
«Sincerità e
percezione realistica delle cose vogliono invece che il programma dei
Fasci sia impostato in questi termini: Né le otto ore, né
le sei ore, né alcuna altra conquista del proletariato,
potranno considerarsi definitive, se la produzione nazionale non sarà
posta in grado di sopportarne gli oneri. È facile incontrare
le simpatie delle masse con grandi promesse. Bisogna invece avere il
coraggio di dire, che se le conquiste economiche del proletariato non
saranno affondate nel granito di una prosperità industriale e
commerciale, esse non potranno essere che effimere.»
I soliti nemici del Fascismo hanno
più volte insistito sulla cosiddetta povertà dottrinale
del movimento fascista, ma per convincersi della falsità di
questa come di tutte le altre accuse, basterà leggere il
discorso pronunziato da Michele Bianchi alla Camera il 6 giugno del
1929 e l'articolo pubblicato dopo la sua morte nell'annuario del
centro internazionale d'informazioni sul Fascismo di Losanna.
La grande attività politica
di Michele Bianchi abbraccia un completo decennio: 1919-1929. Se egli
si fosse alcun poco risparmiato, se egli non si fosse sottratto ai
miei consigli, forse sarebbe ancora fra noi; ma egli sdegnava di
sostare, poiché sentiva che la mole del lavoro era ed è
immensa. Un giorno si seppe che egli si era ritirato in una casa di
salute. Per alcune settimane giunsero notizie contraddittorie, ma,
nel complesso, gravi; il male continuava, Michelino si avviava alla
fine.
Una mattina, nel cuore
dell'inverno, la notizia si diffuse fulminea: Michelino era morto. Mi
pare di rivederlo, nella camera ardente, al Palazzo del Littorio, la
faccia esangue illuminata dai ceri, il volto affilato all'estremo, le
mani sottili e conserte sul cuore, che aveva sempre battuto così
fortemente per l'Italia e per il Fascismo: infinita tristezza di una
maturità anzitempo spezzata! Poi un funerale severo e
grandioso come Roma ne vide pochi, in questi ultimi tempi, e attorno
una moltitudine di Camicie Nere che, dopo il triplice crepitare dei
fucili, gridò con voce di tuono: Presente!
(segue...)
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