(segue) L'ulivo e le baionette
(24 ottobre 1936)
[Inizio scritto]
Da questa Bologna, che è
stata nei secoli un faro per l'intelligenza umana, da questa Bologna
che ha dato il più grande sacrificio per la Causa della
Rivoluzione, io desidero lanciare un messaggio che deve andare oltre
i monti e oltre i mari.
È un messaggio di pace,
pace nel lavoro e lavoro nella pace.
È dal 1929 che milioni,
milioni e milioni di uomini, di donne e di fanciulli soffrono le
conseguenze di una crisi che ormai non si può non ammettere
che sia dovuta al sistema.
È dunque un grande ramo
d'ulivo che io innalzo alla fine dell'Anno XIV e agli inizi dell'Anno
XV.
Attenzione! Questo ulivo spunta
da una immensa foresta: è la foresta di otto milioni di
baionette, bene affilate e impugnate da giovani intrepidi cuori!
Camicie Nere della X Legio!
La vostra accoglienza ha toccato
il mio cuore, ed io ho afferrato il vostro stato d'animo: è lo
stato d'animo del primo anno dell'Impero. Tutta la Nazione oggi è
su un piano diverso e più elevato: il piano dell'Impero.
Gravissime responsabilità,
formidabili problemi si pongono dinanzi al nostro spirito, ma noi li
affronteremo e vinceremo.
Camicie Nere!
È lo spirito che doma e
piega la materia, è lo spirito che sta dietro le baionette ed
i cannoni, è lo spirito che crea la santità e
l'eroismo, che ai popoli che le meritano, come il nostro, dà
la vittoria e la gloria!
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