Alla III Assemblea delle Corporazioni
(15 maggio 1937)
15 maggio 1937-XV.
Siamo alla III Assemblea delle Corporazioni; la prima ha avuto luogo
il 10 novembre 1934; la seconda, il 23 marzo 1936. Nel frattempo la
lotta per l'autarchia, già predisposta dal Duce nella II
Assemblea, si è sviluppata in tutti i settori e le
Corporazioni si sono dimostrate gli strumenti più adatti per
il raggiungimento dei fini autarchici; animate dallo spirito di
indipendenza che il Duce ha diffuso in tutta la Nazione, sono
penetrate nel vivo della materia economica. Il nuovo discorso in
Campidoglio riassume i primi risultati della vittoriosa battaglia e
riafferma la necessità di proseguire nella lotta.
Camerati!
A che punto siamo col piano
regolatore dell'economia italiana, che fu tracciato nel mio discorso
del 23 marzo XIV in questa stessa sala e al quale rimando coloro che
nel frattempo lo avessero — per caso — dimenticato? Il
piano regolatore tendeva e tende al raggiungimento di un obiettivo:
il massimo dell'autonomia economica della Nazione, presupposto
necessario e garanzia fondamentale della sua indipendenza politica e
della sua potenza. Procederemo quindi a un giro d'orizzonte per
vedere quanto è stato fatto e quanto resta da fare.
Cominciamo dal sottosuolo e
precisamente dai combustibili solidi. Il carbone di qualità
sopraffina non s'è ancora trovato in Italia, ma vi sono alcune
centinaia di milioni di tonnellate di ottimo carbone che può e
deve sostituire in moltissimi impieghi quello straniero. Il carbone
minerale della A.C.A.I. estratto dai bacini dell'Istria e della
Sardegna ha incontrato il generale favore. La produzione di
quest'anno solare supererà il milione di tonnellate, ma noi
tendiamo a raggiungere, e raggiungeremo, i quattro milioni almeno,
cioè un terzo del consumo totale annuo che si valuta tra i
dieci o i dodici milioni di tonnellate. In questo settore, anche
elettrificando tutte le ferrovie, non raggiungeremo, forse, la totale
autonomia. Ma non vi è da preoccuparsene oltre misura, perché
ci sarà sempre una Nazione o molte Nazioni disposte a
rifornirci del nostro residuo fabbisogno di carbone. (Applausi).
(segue...)
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