(segue) Alla III Assemblea delle Corporazioni
(15 maggio 1937)
[Inizio scritto]
Sono passate sotto il controllo
dello Stato le grandi compagnie di navigazione, ma non tutte le
compagnie di navigazione. Recentemente i cantieri, ma non tutti i
cantieri. Lo Stato fascista non vuole assorbire tutte le
innumerevoli, varie, mutevoli, complesse manifestazioni della vita
economica di un popolo, perché non vuol diventare elefantiaco
e paralitico come accade nel bolscevismo. (Applausi).
I caratteri quindi dell'economia
statale e parastatale fascista sono nettamente definiti dalla nostra
dottrina e dalle nostre realizzazioni, ognuna delle quali si sviluppa
secondo il gradualismo tempista che è caratteristica del
Regime con obiettivo immutato della progrediente elevazione morale e
materiale delle masse lavoratrici, sempre più fuse nella vita
della Nazione. (Applausi).
Le ventidue Corporazioni, cioè
gli organismi ai quali lo Stato affida il compito della
autodisciplina delle categorie produttrici, hanno funzionato con un
ritmo intenso e fecondo e moltissime delle loro deliberazioni sono
divenute leggi dello Stato.
Troppi ondivaghi filosofanti
avevano dissertato sulle Corporazioni col risultato di ingarbugliare
le idee e rendere astruse delle semplici verità. (Applausi).
Anche le Corporazioni hanno dato —
camminando — la dimostrazione più convincente del mondo
e, funzionando, hanno dimostrato la loro piena e sempre più
promettente vitalità.
In questi ultimi mesi sono state
affidate alle Corporazioni funzioni di un'importanza eccezionale e
precisamente: l'esame dei nuovi impianti industriali; la
determinazione dei prezzi; la fissazione della misura dei salari e
degli stipendi.
Ognuna di queste funzioni è
tipica ed è di chiara spettanza delle Corporazioni le quali,
in siffatto modo, entrano veramente nel vivo della materia economica,
controllandola, modellandola, dirigendola secondo i fini del Regime.
(segue...)
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