(segue) Armi ed armati italiani prima del Risorgimento
(12 aprile 1938)
[Inizio scritto]

      Mentre il Piemonte rafforzava il suo esercito — unico esercito a carattere veramente nazionale nei secoli XVI, XVII e XVIII — sorgeva in Francia l'astro di Napoleone e aveva inizio quell'epoca politico-militare che sconvolse per un ventennio l'Europa, ivi compreso il Piemonte.
      Tra il 1794 e il 1814, Napoleone Buonaparte ebbe nelle sue armate da 200 a 300 mila italiani, soldati di leva o volontari, in gran parte inquadrati nell'esercito della Repubblica cisalpina che diventò «armata d'Italia». Bisogna ricordare che il primo giudizio dato da Napoleone sulle truppe italiane fu sfavorevole e si capisce: si trattava di uomini che da lungo tempo ignoravano il mestiere delle armi: era necessario prepararli. Ma quando furono preparati e Napoleone li vide alla prova, il suo giudizio cambiò e dalla critica passò alla esaltazione: dei piemontesi ch'egli chiamò «bravi e bellicosi»; dei lombardi che nella battaglia del Senio si «copersero di gloria»; degli altri di altre regioni che combatterono sotto le mura di Trento. Alla grande e famosa battaglia di Austerlitz c'erano degli italiani e Napoleone così li elogiava: «Ho provato un'esultanza particolare nel corso dell'ultima campagna osservando la condotta delle mie truppe italiane». Le divisioni italiane Palombini e Severoli si batterono in Spagna in modo superbo. Quando il Maresciallo di Francia Suchet chiese all'Imperatore di poter disporre della Divisione Palombini, Napoleone rispose: «Avete ragione, questi Italiani saranno un giorno i primi soldati del mondo».
      A distanza di oltre un secolo, non è senza emozione e fierezza che noi Italiani del 1938, XVI dell'Era fascista, leggiamo il Bollettino Napoleonico dell'Armata di Spagna in data 7 gennaio 1809. «Le truppe, dice il Bollettino, del Regno d'Italia si sono coperte di gloria: la loro bella condotta ha toccato il cuore dell'Imperatore. I veliti italiani sono bravi e buoni: non hanno provocato lagnanze e hanno mostrato il più grande coraggio. Dall'epoca dei romani, i popoli d'Italia non avevano più fatto guerre in Spagna; da Roma in poi, nessuna epoca è stata così gloriosa per le armi italiane.» A 14 mila sale il numero dei caduti di razza italiana nella guerra di Spagna.

(segue...)