(segue) Il brindisi a Imredy
(18 luglio 1938)
[Inizio scritto]
«La E. V. ha
voluto sottolineare l'aspirazione verso un più alto ideale di
pace e di giustizia, che sta alla base delle relazioni amichevoli
esistenti fra l'Italia e l'Ungheria. Lo scopo del nostro attuale
viaggio è di servire questa pace e questa giustizia e i nostri
colloqui con V. E., appunto perché pacifici e tendenti alla
giustizia, non sono esclusivi e diretti contro altri, ma mirano
invece alla possibilità di sviluppare dei rapporti amichevoli
con quegli Stati vicini che siano animati dallo stesso spirito di
conciliazione.
«I saldi legami
che da tempi remoti ci legano all'Italia, nonché la
tradizionale e sincera amicizia che esiste sul terreno politico,
economico e culturale fra l'Ungheria e il Reich tedesco, divenuto
nostro vicino, cioè i nostri rapporti amichevoli con l'asse
Roma-Berlino, ci riempiono della speranza che i nostri sforzi diretti
alla realizzazione di una duratura e giusta pace, porteranno i loro
frutti e poggeranno su basi più salde l'evoluzione pacifica
del nostro Continente.
«Con questa
convinzione alzo il bicchiere alla prosperità della grande
Nazione italiana amica, alla salute di S. M. il Re Imperatore, della
sua augusta Famiglia e alla felicità personale della E. V.»
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