(segue) Il viaggio nel Piemonte
(14-20 maggio 1939)
[Inizio scritto]
Quindi, fra le
acclamazioni di 50.000 operai, inaugura a Mirafiori i nuovi
giganteschi impianti della «Fiat»; e rivolge la parola
agli operai.
Il Duce esprime la sua profonda
gioia nel ritrovarsi per la terza volta tra loro, nel giorno
dell'inaugurazione del nuovo stabilimento, che è stato
costruito con tempo di primato, e che, essendo uno dei più
belli e dei più grandi del mondo, è motivo di orgoglio
e di prestigio per l'intera Nazione.
Ricorda come l'Italia abbia
iniziato da qualche tempo una «politica del motore», con
abolizione della tassa di circolazione, politica che sarebbe stata
continuata, se la situazione internazionale lo avesse consentito; e
come, il giorno prima, davanti al popolo di Torino, abbia parlato con
estrema chiarezza, riaffermando il desiderio di pace dell'Italia, ma
ammonendo che taluni problemi devono essere risolti prima che
divengano cronici.
Conclude dicendo che la linea di
condotta del Regime verso le classi lavoratrici, è sempre
quella definita nel discorso di Milano, in cui è riaffermata
la dottrina del Regime e la volontà del Fascismo.
Prima di
mezzogiorno il Duce è all'aeroporto di Caselle, dove assiste a
una formidabile parata aerea delle divisioni «Borea» e
«Drago»: a S. E. Valle, dopo l'esercitazione, invia il
seguente messaggio:
Rivolgo un alto elogio ai
comandanti e agli equipaggi della prima Squadra aerea per l'ordine,
la disciplina dimostrati e per la perfezione tecnica raggiunta nelle
odierne esercitazioni collettive di volo.
Mussolini
Il giorno 16
visita le fortificazioni di confine; quindi Pinerolo e Asti. La sera
è di nuovo a Torino, dove una moltitudine immensa gli porge il
saluto di congedo. A questa folla, che mai si stanca di applaudire e
di acclamare, il Duce rivolge le seguenti parole:
(segue...)
|