(segue) Il viaggio nel Piemonte
(14-20 maggio 1939)
[Inizio scritto]


      Il Duce esterna la propria gioia per trovarsi ancora fra la forte gente valdostana, in quella Aosta che ha il singolare privilegio di conservare tanti monumenti del primo Impero di Roma; e, compiaciutosi dei progressi compiuti dalla città, annuncia che gli impianti Cogne saranno ancor più potenziati: che ha riportato una magnifica impressione dalla visita alla Scuola centrale di alpinismo militare e dalla rassegna passata ad un reggimento di quei magnifici alpini che sono in grado di togliere qualsiasi illusione da qualsiasi parte.
      Esalta quindi l'antico spirito militare dei piemontesi, che è oggi patrimonio comune di tutti gli Italiani, che ci permette di guardare tranquillamente il futuro, e ricordando che, nella mattina, a Madrid, ha avuto luogo la grande parata della vittoria, in cui i legionari italiani hanno sfilato per primi, afferma che, la vittoria di Franco, con cui la Spagna torna una e libera nel Mediterraneo, è anche la nostra vittoria.

      Il viaggio nel Piemonte sta per concludersi: ma prima il Duce vuol salire, sopra Cogne, alla miniera più alta d'Europa e portare il suo saluto cameratesco a quei minatori; e vestire Egli stesso la tenuta di minatore e percorrere le gallerie dove si attacca il grande giacimento di magnetite che dà i magnifici metalli di Cogne; e poi visitare i dormitori, i refettori, le cucine, accertarsi che ogni previdenza e provvidenza sono realizzati per la dura vita di quei lavoratori, isolati dal mondo, a 2500 metri d'altitudine; e ricevendo l'omaggio di un pugnale con la lama in acciaio Cogne, esprime il suo più alto elogio per la mirabile realizzazione autarchica in quell'importante settore della produzione. Ridisceso al paese di Cogne, il Duce inaugura la caserma della Milizia Forestale intitolata al fratello Arnaldo. Riparte quindi per Aosta dove manifesta il suo alto compiacimento al prefetto, al federale ed al popolo.
      Ultima tappa del viaggio è Cuneo; e il Duce raggiunge la città dei sette assedi ripassando per Torino, alla cui stazione, imbandierata e affollata, riceve il saluto del Fascismo torinese. A Cuneo, il 20 maggio, appena giunto, inaugura la Casa del Fascio; quindi visita la provincia; a Savigliano, le officine meccaniche; a Saluzzo, pone la prima pietra della nuova Casa del Fascio e della G.I.L.; a Verzuolo, quella del nuovo Municipio, inaugura la Casa del l'ascio, visita le Cartiere Burgo; a Madonna dell'Olmo, i lavori di uno stabilimento in costruzione che darà cellulosa autarchica; e sotto un arco trionfale adorno di vanghe e di fucili rientra in Cuneo, dove la moltitudine lo accoglie con un'acclamazione infinita che dice la fedeltà del vecchio Piemonte e la passione della nuova Italia fascista. Il Duce sale sul podio e così parla:

(segue...)