Dopo aver ricordato le provocazioni della Grecia, feudo inglese, dopo aver esaminato la situazione politico-militare italo-greco-albanese e quella generale, il Duce spiegò il motivo della riunione, che seguiva a molte altre tenute durante l'estate, e invitò il luogotenente generale in Albania Jacomoni a esporre il suo apprezzamento sulla situazione.
Jacomoni così parlò: — In Albania si attende quest'azione ansiosamente. Il Paese è impaziente e pieno di entusiasmo; anzi si può affermare che l'entusiasmo è così vivo che in questi ultimi tempi ha avuto qualche disillusione perché l'azione non è stata ancora iniziata.
«Abbiamo provveduto molto seriamente all'approvvigionamento del Paese. Esiste il pericolo "porto di Durazzo", nel senso che, se venisse bombardato, avremmo delle difficoltà nei rifornimenti. La questione stradale ha fatto molti progressi, pur senza volerla considerare come risolta. Come appare la situazione della Grecia vista dall'Albania?
«È molto difficile precisarlo. L'opinione pubblica è ostentatamente noncurante.
«Abbiamo pubblicato che era stata uccisa la nipote del noto patriota albanese trucidato, ma hanno risposto smentendo il fatto. Dalle notizie dei nostri informatori risulta che, mentre due mesi fa i Greci non sembravano propensi ad una seria resistenza, ora appaiono decisi ad opporsi alla nostra azione.
«Credo che la resistenza greca sarà diversamente influenzata a seconda che la nostra azione sarà celere, decisa e imponente, oppure prudente e limitata.
«Vi è poi da considerare quale aiuto i Greci possano ricevere dagli Inglesi via mare».
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