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- Sono il pilota Carlo Adamoli. Costretto ad atterrare in territorio nemico per un guasto al motore, sono stato fatto prigioniero insieme al capitano Mattioli, che era osservatore sul mio apparecchio. Ci hanno internato nel campo contumaciale di Birnbaum. Sono riuscito a evadere la sera del 29. Da allora ho camminato. Vengo a riprendere il mio posto.
La guerra è così ricca di eroismi leggendari che non è più possibile descrivere un atto di valore senza essere ingiusti verso tutto il valore ignorato, verso il coraggio di cui non si parla perché è di tanti e non sorprende più, verso i vasti e sublimi ardimenti che si indovinano nel gesto dei morti e che non hanno più testimoni viventi. Ma la odissea di questo aviatore mostra l'audacia del soldato italiano in uno sfondo di circostanze nuove. La narriamo perché costituisce uno dei drammi più singolari della guerra, semplice e grandioso. Fra le visioni di battaglie, di assalti, di mischie immani, nel tumulto di moltitudini in lotta, evochiamo l'avventura terribile e magnifica di un uomo, una storia di silenzio, di solitudine, di angoscia. |