Luigi Barzini
Odissea. L'avventurosa fuga di un nostro aviatore dal campo nemico.


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Tra le maglie

     Lo spiazzo gli sembra divenuto enorme. Egli striscia ora verso il grande recinto retato, deviando un po' a sinistra. Quando si volge, vede la casa sempre più vicina. Crede di aver percorso un gran tratto, guarda, e la prigione è lì. Si direbbe che lo segua, bianca e silenziosa.
     Le sentinelle si approssimano. Egli si ferma, tutto raccolto, inerte, si fa piccino si finge cosa. La passeggiata della fazione non si prolunga? Non si dirige su di lui? E' un illusione. Arrivati al limite consueto i soldati sostano, si riallontanano. Il giovane riprende il suo lento e spaventoso tragitto.
     Il ritorno delle sentinelle sullo spiazzo non è già più simultaneo. Esse ricominciano a comparire alternativamente. Ma spostandosi a poco a poco verso la rete, il prigioniero si è allontanato dalla sentinella che gli stava a destra. Si è sottratto alla sua sorveglianza. E' entrato invece nel settore della vedetta che sta all'angolo del recinto. Egli finisce per trovarsi fra questa nuova guardia e quella che gli stava a sinistra Quei due soldati passeggiano lungo lo stesso lato della rete di cinta, uno a fianco degli edifici, l'altro sul piazzale. Spesso le due sentinelle arrivano a trovarsi di fronte l'una all'altra, girano sul tallone, ripartono nelle direzioni opposte.
     Agile, rapido, in uno dei momenti in cui le vedette voltano le spalle l'italiano raggiunge la rete. Vi è una lampada vicina, sul recinto stesso. Il terreno è illuminato vivamente e le grosse travi che sorreggono la rete proiettano sul suolo lunghe ombre. In una di queste ombre il fuggiasco si distende bocconi, il capo contro alla trave. Il passo di una sentinella lo sfiora.